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"Heart of the sea": Ron Howard trova il soffio della grande avventura

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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HEART OF THE SEA
Iris, ore 21. Con Chris Hemsworth, Benjamin Walker, Cillian Nurphy. Regia di Ron Howard. Produzione Usa 2015. Durata: 2 ore

LA TRAMA
1820. Lo scrittore Herman Melville in cerca d'ispirazione, la trova in una bettola di Nantucket, la città dei balenieri della Costa Atlantica. Lì incontra un marinaio solitario e sempre ubriaco. Che in mezzo ai fumi della sbornia gli racconta le vicende che lo traumatizzarono al punto di trasformarlo nel rottame che è, un rifiuto dei mari. Thomas Nickerson era un ragazzino quando s'imbarcò nella baleniera Essex comandata dal capitano Chase. La baleniera stava tornando a Nantucket dopo una caccia fruttupsissima quando venne attaccata da un'enorme balena. L'Essex fu colata a picco. Pochi si salvarono, tra cui Nickerson. Che, finito il racconto torna alla bottiglia. Melville se ne va soddisfatto. Ha trovato la storia per "Moby Dick".

PERCHÈ VEDERLO
Perché Ron Howard (che nel corso della sua carriera non ha mai ripetuto lo stesso film) ha trovato, nel raccontare (come enunciato dai sottotitoli) la "vera storia di Moby Dick" il soffio della grande avventura come si faceva a Hollywood nei tempi d'oro. Manca nel film il misticismo del romanzo (Melville aveva identificato in Moby il favoloso mostro Leviatano). Ma chi se importa quando la Essex batte i mari con tutte le vele al vento?

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