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"It", tra le più belle traduzioni del pagliaccio di Stephen King

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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IT
Italia 2 ore 23.30. Con Jeremy Ray Taylor, Sophia Lillis e  Chosen Jacobs. Regia di Andy Muschietti. Produzione Usa 2017. Durata: 2 ore e 15 minuti

LA TRAMA
È la seconda trasposizione del romanzo di Stephen King, una delle cose più note del corpacciuto fabbricatore di orripilanze. La prima negli anni 90  fu un teleromanzo a puntate. Questo è formato dal film di stasera e da un sequel uscito a brevissima  distanza. It è una sorta  di demone vestito da clown che ogni  27 anni piomba in una cittadina  del New England e divora bambini. Sette adolescenti avvertono il pericolo e si coalizzano per battere il mostro. Ci riescono? Pare di sì. Nel finale tirano il fiato e non immaginano  di dover fronteggiare ancora It 27 anni di dopo.

PERCHÈ VEDERLO
Perché è tra le più belle traduzioni da King. Cinque anni fa piacque a tutti e tutti corsero a vedere il sequel. Tranne King che non apprezzò affatto il lavoro di Muschietti. Ma King, è notorio, di cinema non ha mai capito un tubo.

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