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"Robin e Marian", una delle migliori interpretazioni di Sean Connery

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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ROBIN E MARIAN
La7D, ore 23.45. Con Sean Connery, Audrey Hepburn e Robert Shaw. Regia di Richard Lester. Produzione Gran Bretagna 1976. Durata:  1 ora e 46 minuti

LA TRAMA
Richard Lester  che aveva già demitizzato  "I tre moschettieri" si rivolge a un altro mito dell'avventura, Robin Hood presentandolo in versione più vecchia, acciaccata e malinconica. Robin è stato lontano per anni dalla sua foresta di Sherwood. E' andato alle crociata al seguito di re Riccardo Cuor di Leone, ma ne è tornato deluso e privo ormai della leggendaria baldanza. Vorrebbe ritrovare l'amata Marian, ma costei non l'ha aspettato ( s'è fatta monaca). L'ha aspettato invece il nemico di sempre, il malvagio sceriffo di Nottingham, che  salta sull'occasione per saldare i vecchi conti. Cioè per un duello, mortale per entrambi.

PERCHÈ VEDERLO
Per Connery che dà una delle sue più belle interpretazioni (un eroe invecchiato che sa di essere arrivato al capolinea) per la commovente storia d'amore, che ha la struggente tenerezza di una ballata popolare. E per la festosa parata di eroe invecchiate (Will Scarlet, Frate Tuck, Piccolo John, costretti a tornare alla foresta nonostante i reumatismi).

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