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"Fury", un film di guerra alla John Wayne. Ma senza retorica

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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FURY
Sky cinema action ore 21. Con Brad Pitt,  Shia Laboeuf, Logan Lerman. Produzione USA 2014. Durata: 2 ore e 14 minuti

LA TRAMA
E' l'aprile del 1945 . La guerra  finirà tra un mese, ma molti tedeschi  non lo sanno e oppongono una feroce resistenza alle truppe americane che avanzano  verso Berlino.  Fury è il nome di un carro armato Sherman comandato dall'indomito sergente Brad Pitt. Nemmeno  Pitt sa che la guerra ha i  giorni contati  e fa avanzare Fury  come se fosse ancora il 1944.  Ogni volta che vede  il nemico all'orizzonte lui attacca battaglia, non aspetta  che arrivino soccorsi. Fury va su una mina e rimane  seriamente danneggiato.  Proprio  quando un battaglione germanico si avvicina al villaggio  dove l'equipaggio di Pitt s'è assestato. La battaglia è impari, ma Pitt e compagni si battono come leoni.

PERCHÈ VEDERLO
Perché è un film di guerra allo John Wayne, ma senza retorica, solo "uomini  in guerra" (come dice la canzone "All Young men" che corre per tutto il film). E con una bellissima scena  dove non si combatte, ma  dove i soldati americani si scoprono per la prima  volta in una casa tedesca nel ruolo di  invasori . Belle facce attorno a Pitt (tra le altre quelle di Michael Pena e di Oscar Isaac di  "Il collezionista di carte" e "Scene da un matrimonio").

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