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"Allarme Rosso", ai tempi della Guerra Fredda: la marcia della tensione è ingranata

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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ALLARME ROSSO
Nove, ore 21.25. Con Denzel Washington, Gene Hackman e George Dzundza. Regia di Tony Scott. produzione USA 1995. Durata: 1 ora e 56 minuti

LA TRAMA
Negli anni 90 la guerra fredda è finita, ma un ammiraglio russo è intenzionato  a continuarla. S'impadronisce di una base atomica con chiari e ferocissimi propositi.  La Marina USA manda da quelle parti il sommergibile Alabama comandato da Gene Hackman (secondo di bordo Denzel Washington). Ad  un dato punto arriva l'ordine di attaccare e Hackman punta i suoi missili.  Ma subito dopo arriva il contrordine. La cosa può essere risolta via diplomatica (diversamente c'è il rischio di scatenare una guerra). Hackman comunque è pronto a far fuoco. Ma Denzel si oppone. Codice alla mano dimostra che è un suo diritto e persuade metà dell'equipaggio. Ma l'altra metà è propensa a spalleggiare il vecchio  e tosto comandante. Intanto i missili sono puntati,

PERCHÈ VEDERLO
Perché appena la guerra fredda rischia di riscaldarsi sul serio, la marcia della tensione è ingranata. Tony Scott  disse in seguito che era stato uno dei suoi  film meno personali. Ma che bisogno aveva di fare l'opera d'autore avendo a disposizione Hackman e Washington l'un contro l'altro armato?

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