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"Il diritto di opporsi", un bell'esempio di cinema civile

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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IL DIRITTO DI OPPORSI
Sky Cinema 2 ore 18.35. Con Jamie Foxx, Michael B. Jordan  e Brie Larson. Regia di Destin Daniel Cretton. Produzione USA 2019.  Durata:  2 ore e 16 minuti

LA TRAMA
Storia vera avvenuta negli anni 90  e tratta dal libro autobiografico di Bryan Stevenson, famoso avvocato e anche più famoso paladino dei diritti civili. Bryan , nero di pelle, si laurea brillantemente a Harvard e ha di fronte la prospettiva di una bella carriera. O meglio l'avrebbe se decidesse di esercitare sulla East Coast. Ma lui sceglie di andare in Alabama dove i neri sono ancora cittadini  di serie B, specie nelle aule giudiziarie.  Solo uno come Stevenson si prenderebbe a cuore la sorte del "coloured" Mc Neil condannato per l'omicidio di una teenager bianca (condanna ingiusta e soprattutto affrettata per placare l'opinione pubblica sconvolta per l'efferato delitto. Stevenson si battè contro tutti ma vinse.

PERCHÈ VEDERLO
Perché è un bell'esempio di cinema civile come si facevano negli anni  50 (il modello è "Il buio oltre la siepe" con Gregory Peck). Encomiabile anche perchè non parla  di un Alabama remoto, ma di una realtà  piuttosto vicina (meno  di 30 anni fa). Insomma induce non solo gli americani  (e non solo loro) a meditare su un paese che ha ancora bisogno dei Bryan Stevenson.

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