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"Il Miglio Verde", un dramma con personaggi che lasciano il segno

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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IL MIGLIO VERDE
Sky Cinema 2  ore  21.15. Con Tom Hanks, Michael Clarke Duncan e David Morse. Regia di Frank Darabont. Produzione USA  1999. Durata: 3 ore

LA TRAMA
Il miglio verde è quello che percorrono (o percorrevano negli anni 30) i condannati a morte dalla cella della prigione  alla sedia elettrica. Edgecombe  (Hanks) capo guardia in un carcere del profondo Sud, ne ha visti tanti camminare nel Green Mile, ma mai uno come  John Coffey, un gigantesco nero condannato a morte per stupro e omicidio.  Coffey ha poteri paranormali. Li dimostra salvando la vita alla moglie del direttore del carcere che sembrava spacciata.  Edgecombe  è scosso da quel salvataggio, crede Coffey innocente e vorrebbe salvarlo. Ma Coffey è rassegnato al suo destino. Percorre il miglio  con grande coraggio e dignità, ma non prima d'aver elargito un"dono" veramente inestimabile  a Edgecombe.

PERCHÈ VEDERLO
Perché è forse il miglior film di Darabont, un regista che fa meraviglie quando deve tradurre sullo schermo un testo di Stephen King (vedi "Le ali della libertà"). E King a sua volta fa meraviglie quando il testo tradotto non è uno dei suoi soliti horror, ma una vicenda di solo dramma, ma con personaggi che lasciano il segno.

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