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"Regole d'onore", così come deve essere fatto un film di guerra e corte marziale

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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REGOLE D'ONORE
Raimovie ore 21.10. Con Tommy Lee Jones, Samuel Jackson e Guy Pearce. Regia di William Friedkin. Produzione USA 2000. Durata: 2 ore e 8 minuti

LA TRAMA
Nello Yemen una rivolta di piazza rischia di mettere in pericolo la vita dell'ambasciatore degli Stati Uniti. Intervengono i marines e salvano il diplomatico e la famiglia. Ma tornato a casa il colonnello è messo sotto inchiesta. Lo accusano di aver fatto sparare su civili inerm. Il colonnello è difeso da un collega che sulle prime viene preso dai dubbi (nemmeno l'ambasciatore ha preso le difese del colonnello). Allora il difensore investiga per conto suo e capisce che gli inermi tanto inermi non erano e se il colonnello non sparava lui e i suoi uomini ci avrebbero rimesso la pelle.

PERCHÈ VEDERLO
Perché è fatto come deve essere fatto un film di guerra e di corte marziale. Belle scene, bravi attori (Friedkin ogni tanto si ricorda di aver diretto "Il braccio violento della legge" e "L'esorcista"). Disturba un pò  il nazionalismo  spinto. "Regole d'onore" fu girato il primo atto della presidenza Bush  e non può essere casuale il fatto che  il personaggio più antipatico (l'avvocato d'accusa) abbia sulla scrivania il ritratto di Kennedy.

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