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Dolor y gloria, il vero Almodovar solo quando prova a fare il Fellini

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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DOLOR Y GLORIA
Premium cinema 2 ore 23
Con Antonio Banderas, Penelope Cruz  e Edoardo Sbaraglia. Regia di Pedro Almodovar. produzione Spagna 2019, Durata: 1 ora e 53 minuti

LA TRAMA. Un regista che è stato famoso  ma sulla soglia della vecchiaia  si ritrova  in piena crisi creativa, si ripiega sul suo passato, sul rapporto colla madre,  sul suo più grande amore (omosessuale)  che fu troncato quando l'altro  lo "tradì" optando  per una vita etero.  I due  si rivedono, senza rimpianto per il passato, ma anche senza il conforto del presente.   Alla fine dei suoi rovelli, il regista concluderà  che fare film  è  l'unica cosa che ha dato un senso alla sua vita e tornerà al lavoro con rinnovata lena.

PERCHE' VEDERLO. Perché Almodovar  ha voluto fare il suo "Otto e mezzo" (cioè raccontare la sua crisi umana di pari passo con quella professionale)  e lo ha fatto con pudore e misura, rinunciando alle svirgolate melodrammatiche ed erotiche  che tanta parte han sempre avuto nella sua filmografia. Sforzandosi di rappresentare sè stesso come un personaggio egocentrico e fasullo è riuscito per la prima volta nella sua lunga carriera a non rimanere distante dallo spettatore.

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