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"La maschera di ferro", il capolavoro di Randall Wallace, ai livelli di Dumas padre

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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LA MASCHERA DI FERRO
Sky cinema action ore 23 con Leonardo Di Caprio,  Gabriel Byrne e John Malkovich. Regia di Randall Wallace. Produzione USA 1998. Durata: 2 ore e 22 minuti


LA TRAMA
La Francia  non sta bene sotto il regno di Luigi XIV  (non ancora Re Sole) tirannico e donnaiolo. Ma l'ex moschettiere  Athos  che lo vuole morto (il re ha causato la morte del figlio) scopre che il sovrano ha un fratello gemello, rinchiuso da sempre in carcere col volto coperto da una maschera di ferro.Athos, Porthos  e Aramis intendono sostituirlo, ma si scontrano con D'Artagnan che ha un buon motivo per sostenere il re in carica (è suo figlio, frutto di una segreta love story colla regina Anna)


PERCHÉ  VEDERLO
Perché Randall Wallace (regista e sceneggiatore)  è uno dei migliori di Hollywood quando si tratta  di raccontare l'eroismo. Qui arriva a pareggiare l'impero narrativo di Dumas padre.  Inventando una cosa mai osata da Dumas, una storia d'amore  tra D'Artagnan e la regina madre. Allestito come un veicolo per Di Caprio (in doppio ruolo) in realtà  promuove come protagonisti  Gabriel Byrne (D'Artagnan) e  Anne Parillaud. E la vecchia storia ha un sobbalzo.

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