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"Green Book", razzismo e racconti (poco) confertevoli con un grande Viggo Mortensen

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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GREEN BOOK
Rai 1 ore 21.25. Con Viggo Mortensen, Mahershala Alì, Linda Cardellini. Regia di Peter Farrelly. Produzione USA  2018. Durata. 2 ore 20 minuti

LA TRAMA
Un padre di famiglia americano, di professione buttafuori nei locali notturni, si trova disoccupato  e quindi costretto a prendere il lavoro che trova  cioè fare l'autista e magari la guardia del corpo a un famoso musicista di colore che ha in programma una tournee  negli stati del Sud. Una strana coppia a dire la verità. Il bodyguard è rozzo, ignorante e mica male razzista. Il nero è raffinato e coltivato, del tutto impreparato ad affrontare i problemi di un giro in posti dove è applaudito e onorato  finchè tiene il concerto, però spesso maltrattato come un "nigger" qualunque (per di più ricco e privilegiato) appena circola per una città o alloggia in un albergo. I due ne passeranno insieme di brutte, ma alla fine del tour sarà nata una bella amicizia, raccontata poi dall'autista in un libro di memorie.

PERCHÈ VEDERLO
Perché è la confortevole storia di un superamento di barriere razziali, raccontata benissimo da un regista (Farrelly) che confortevole non ama esserlo. E recitata alla grande da un Viggo Mortensen con una panza da divoratore di spaghetti.

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