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"Michael Collins", un filmone storico come quelli di una volta (con Julia Roberts che fa tappezzeria)

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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MICHAEL COLLINS
Iris ore 21. Con Liam Neeson, Julia Roberts, Alan Rickman. Regia di Neil Jordan. Produzione Gran Bretagna 1996. Durata: 2 ore 13 minuti

LA TRAMA
La storia di Michael Collins, capo rivoluzionario irlandese, uno dei fondatori dell'IRA. All'indomani della sconfitta nella ribellione del 2016, Collins prende le redini della rivolta e organizza una guerriglia urbana che negli anni 20 dà molto filo da torcere alle truppe di occupazione inglesi. Al punto che a un certo punto l'Inghilterra tratta e lascia metà dell'Irlanda agli irlandesi. E' una vittoria diplomatica di Collins, ma  molti compagni  di lotta non ci stanno e continuano cogli atti di terrorismo. Collins verrà ucciso  in uno di essi.

PERCHÈ  VEDERLO
Perché un bel filmone storico come si facevano una volta (Leone d'Oro a Venezia nel 1996). Il cinema rende a Collins quella giustizia che la sua madre patria ha sempre fatto un'assurda fatica a concedergli. I grandi momenti sono quelli della feroce guerriglia notturna nelle strade di Berlino dove gli ufficiali inglesi sono braccati e uccisi a uno a uno. Liam Neeson (non ancora convertito agli action movie) è al suo meglio. E Julia Roberts? Fa tappezzeria, è chiaramente messa lì a sostenere il richiamo commerciale del film.

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