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Sotto il segno del pericolo, Harrison Ford e l'agguato a Bogotà: una sequenza che vale un film

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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SOTTO IL SEGNO DEL PERICOLO
Iris ore 21
Con Harrison Ford,  Willem Dafoe, Anne Archer. Regia di Phillip Noyce. Produzione USA  1994. Durata: 2 ore e 21

LA TRAMA. Il presidente USA è deciso a smantellare i cartelli della droga  in Colombia e manda una squadra della CIA  a compiere una spedizione punitiva sotto la supervisione del rinomato agente Jack Ryan. Il commando  parte e fa razzia di  parecchi covi di trafficanti. Ma a Washington  negli alti gradi qualcuno  gioca sporco e avverte i cartelli. Ryan quasi ci lascia la pelle in un agguato a Bogotà. Scampa e riesce a raggiungere il capo del commando. Insieme daranno una bella (anche se non definitiva) spallata ai trafficanti.

PERCHE'  VEDERLO. Perché è senz'altro il migliore dei film tratti dai romanzi di Tom Clancy  imperniati sul personaggio di Jack Ryan (Ryan continua a imperversare in una serie televisiva). L'agguato a Bogotà è senz'altro una delle migliori sequenze d'azione di fine secolo. Ford ormai recita Ryan con totale immedesimazione, ma è Joaquin de Almeida (il boss dal volto rassicurante) l'attore  che vien fuori meglio.

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