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Novecento, quando il comunista ricco Bertolucci girava "in paradiso"

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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NOVECENTO
Sky Cinema 2 ore 21.15
Con Robert De Niro, Gerard Depardieu, Stefania Sandrelli. Regia  di Bernardo Bertolucci. Produzione Italia 1976.Durata: ore 5.30

LA TRAMA. Una maratona  in gran parte notturna col filmone di Bertolucci (al cinema com'è noto, fu diviso in due parti). Grandiosa ambiziosissima saga della pianura padana durante il deprecato ventennio. Vista da due coetanei, il figlio di un possidente parmigiano e quello di una tribù di contadini, nati entrambi nello stesso  giorno (il 27 gennaio del 1900). Hanno  22 anni quando il fascismo sale al potere. Il ricco lo subisce  sia pure senza troppa convinzione, il proletario lo combatte come può. Quando scoppia la guerra si arruola tra i partigiani.

PERCHE'  VEDERLO. Perché allora Bernardo Bertolucci "girava" come si dice "in paradiso". A 36 anni giostra un formidabile cast (tra Burt Lancaster, Donald Sutherland,  Romolo Valli c'è persino Francesca Bertini). Come avrà fatto a trasformare il vichingo Sterling Hayden in un convincente patriarca padano lo sapeva solo lui. Sequenze ancor oggi  splendide (come quella dei proprietari terrieri che in una chiesa sconsacrata in tenuta da caccia decidono di appoggiare il fascismo). Anche se qualcuno commentò che una scena del genere poteva venire in mente solo a un comunista figlio di ricchi possidenti padani.

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