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Delon "duro buono" e Trintignan "morbido esplosivo": Flic Story, un noir capolavoro

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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FLIC STORY
Raimovie ore 23.05

con Alain Delon, Jean Louis Trintignant e Claudine Auger. Regia di Jacques Deray. Produzione Francia 1975. Durata: 1 ora e 50 minuti

LA TRAMA. La storia è tratta da un romanzo  di Roger Borniche, ottimo scrittore di polizieschi  e ottimo sbirro ( i  suoi libri  sono in parte autobiografici).  Borniche (Alain Delon) dopo aver combattuto  nei parà diventa a conflitto terminato uno dei piedipiatti  più efficienti  della Suretè parigina. Così affidano a lui la ricerca e la cattura di un gangster particolarmente tosto, Buisson (Jean Louis Trintignant). Borniche  arriva presto  alle costole di Buisson, ma costui  gli sfugge. La caccia sarà lunga, ma alla fine Borniche ce la fa. Curiosamente (ma non tanto raramente) durante il periodo di detenzione, poliziotto e delinquente diverranno quasi  amici.

PERCHE' VEDERLO. Perché è uno dei migliori noir francesi degli anni 70 e tra i punti alti della carriera di Delon.  Deray non è stato un regista straordinario, ma ogni volta che manovrava Delon (La Piscina, Borsalino) non falliva il colpo. Tra le idee vincenti del film quella di aver dato la parte del buono al duro Delon e del cattivo (va in giro bardato di esplosivi) al "morbido" Trintignant.
 

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