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È "Mercoledì", sembra la Meloni

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Mercoledì serie Netflix Foto: Mercoledì serie Netflix
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Giovane, solitaria, accigliata, secchiona, l'unica ad indossare orgogliosamente una camicia nera. E, ad avvolgerla, l'aura dell'underdog, dell'"irregolare" che ribalta tutti i pronostici a suo sfavore. No, non è Giorgia Meloni. È Mercoledi Addams, la cui omonima serie-culto Netflix ha appena riconfermato per l'anno prossimo.
In questi giorni, il gioiellino a puntate diretto da Tim Burton ha toccato tutti record possibili.
Con un miliardo di ore guardate è diventato il terzo prodotto Netflix più visto di sempre (dopo Squid Game e Stranger Things 4); e ha trasformato in star la protagonista, l'ottima Jenna Ortega; e ha affabulato le masse; e ha riattizzato valori antichi; e, addirittura, ha scoperto il «colore nero come forma d'opposizione (a tutto ciò che non lo è, eccetto il bianco) che è una vera dichiarazione d'intenti», scrive la critica togata.
Eppure, molte sono state le metafore politiche che in questi mesi, hanno investito la nostra eroina gotica preferita: La Stampa ha identificato Mercoledì nella sublimazione dei diritti degli adolescenti disabili e, con essa, ha ridisegnato la mappa delle diseguaglianze sociali; Il Foglio l'ha citata per ripristinare l'onore dei vinti e rivalutare il concetto di "famiglia", per dire.

DETRATTORI DAL WEB Ma è nel web che, appunto, i detrattori della Presidente del Consiglio si erano scatenati identificando con meme spietati in biancoenero la squadra di governo («la famiglia Addams non è mai stata così spaventosa») con Matteo Salvini nel ruolo di Gomez e Guido Crosetto in quello del maggiordomo Learch. L'esecutivo, all'inizio veniva identificato in una - un po' sfigata - famigliola di spaventosi reietti, adornata da un nero funebre che faceva molto fascio. Poi qualcosa è cambiato. C'è stato uno scoppio imprevisto di notorietà. Di passione, direi.
I reietti sono entrati prepotentemente nell'immaginario degli spettatori (e, quindi, degli elettori) sfoderando fascinazioni invincibili. Sicché la Nevermore Academy, istituzione scolastica per outcast, freak e mostri vari dove viene lasciata Mercoledì per consumare il suo passaggio nell'età adulta, s' è, all'improvviso, mutata nella metafora stessa dell'Italia politica post pandemica. Laddove la protagonista all'apparenza fredda, determinata e cocciuta come un mulo svela misteri, risolve delitti, combatte mostri che si nascondono sotto fattezze umane e svelenisce le diffidenze dei colleghi. Pur mantenendo il suo piglio identitario. E, parlando di mostri, penso sì all'orco Hyde, ma pure alla ferocia di Christine Lagarde presidente della Bce. E qui il dualismo Mercoledì/Meloni si rafforza. E transita dal rogo purificatore dell'edificio dell'Accademia e arriva alla svolta di governance della stessa.
La piccola, sarcastica, tostissima Mercoledì sconvolge l'ordine costituito del collegio fatto di burocrati e lobby occulte che lottano per mantenere lo status quo. Appare, persino, una preside mutaforma come il Giuseppe Conte al tempo dei suoi due governi (solo che la preside mutaforma muore, mentre Conte sopravvive e va a caccia del Pd). Ma le analogie non finiscono qui.

LA "MANINA" NASCOSTA Giorgia, come Mercoledì, ha come alleati due uomini Tyler e Xavier ma diffida di loro fino in fondo (uno dei due la tradirà). Giorgia, come Mercoledì, vive in una famiglia politica di conservatori (l'Ecr) a prima vista accolta con diffidenza ma poi rivalutata con onore in alleanze che mai avresti detto. Giorgia, come Mercoledì, ha sempre una "Mano" nascosta che le risolve gl'impicci, e io sospetto sia la manina di Mario Draghi. Giorgia, come Mercoledì, in fondo non si fida di nessuno; e applica nella condivisione della sua vita un feroce spoil system (entrambe affidano sé stessa a una donna: la sorella Arianna per l'una, l'amica Enid per l'altra). Giorgia, come Mercoledì, ha visioni di persecuzioni della famiglia dal passato (anche se nel suo caso, le visioni sono più di Ignazio La Russa). Ad ogni modo, sia quella di Giorgia che quella di Mercoledì sono storie di riscatto, di conquista e di ripartenze. Entrambe, bersagliate da avversari imbarazzati, rappresentano l'anomalia che scardina il sistema. E oggi, per Mercoledì la riconferma al top, tra gli applausi, è una certezza. E se tanto mi dà tanto, anche per Giorgia... 

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