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Milo Infante, la magnifica ossessione per Denise Pipitone

Il conduttore ha una spropositata passione per i delittazzi. E, a forza di indagare, è arrivato a fare partire una commissione parlamentare d'inchiesta in Senato sul caso della bambina scomparsa

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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 Milo Infante Foto:  Milo Infante
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Miilo Infante, a volte, sembra uscito da un film di Alfred Hitchcock di quelli con Jimmy Stewart protagonista che inciampa nelle ossessioni e cade nei labirinti della memoria.

Infante, milanese, classe ’68, vicedirettore Rai, è il conduttore di Ore 14, il programma di Raidue che viviseziona -con dettaglio investigativo e senza beceraggine- la cronaca nera. E, da secoli, da giovanissimo cronista vive nell’ossessione di ritrovare, possibilmente viva, Denise Pipitone, la ragazzina scomparsa nel 2004 a Mazara del Vallo, uno dei casi mediatici più oscuri della storia della Repubblica. Me lo ricordo, l’Infante, con qualche ruga in meno sulla faccia da educatissimo vicino di casa, quando nei pomeriggi televisivi si faceva largo tra la politica, la cronaca bianca e le paillettes rosa shocking dei fotogrammi dell’Isola dei famosi, alla ricerca della verità sulla ragazzina affogata in un abisso assurdo. Sono passati sette anni, per lui, di gioie e disgrazie: dai riconoscimenti di pubblico e di critica (culminati con un Ambrogino d’oro, la massima onorificenza milanese) alla causa vinta alla Rai per demansionamento; ma ora è tornato fiero e vendicativo proprio nel ricordo di Denise. E, a furia di trovare nuovi documenti, di sfruculiare su nuove testimonianze, di ravanare sui depistaggi e sui fatti “che non tornano”, non solo ha fatto riaprire il caso, “ a causa della pressione mediatica”, come sentenzia bizzarramente la Procura di Marsala. Ma è riuscito, l’Infante, attraverso la Commissione Affari Costituzionali del Senato, a spingere per avviare una Commissione d’inchiesta sul “Caso Pipitone” presentata dagli onorevoli Alessia Morani e Carmelo Miceli. Dice lui, visibilmente commosso davanti alle telecamere: “La commissione serve per dare giustizia ai genitori della piccola e per mettere il dito sulla piaga dei minori scomparsi”. Che, per inciso, in Italia sono 40mila.

Da che mi ricordo è la prima volta che un programma del pomeriggio nato dal nulla –ma che cresce d’ascolti ogni giorno- riesce a smuovere una commissione interparlamentare. Naturalmente hanno subito fatto al conduttore l’inopportunità del gesto; e non solo in Rai, ma pure parte della stampa, tra cui il critico Aldo Grasso sul Corrierone che non vedeva l’utilità di un cold case riaperto via tv. Milo è talmente educato che ha risposto abbozzando un sorriso. Lo conosco bene. Per questo che non mi capacito perché, pur vantando una carriera solidissima e costruita sulla gavetta delle tv locali per sfociare in programmi nazionali di successo, Infante, da sempre in quota Carroccio (ha sposato la prima miss Padania), è misteriosamente trattato dalla politica come il figlio della serva. Personalmente questo lo ritengo questo un atout. Ma continuo a non spiegarmi perché la Rai -che oramai ha programmi serali dal 2% di share- non abbia mai pensato a lui come risorsa per il prime time. Anche quando faceva l’unico programma di servizio pubblico per ragazzi, Generazione Giovani lo piazzavano ad ore antelucane.

Infante, per me, nutre un’inesplicabile passione per i delittazzi; conosce le sentenze e i casi a memoria; gode quasi fisicamente nella frequentazione di criminologi come la Bruzzone o il colonnello Garofano. Inoltre, l’uomo ha fatto della battaglia contro i femminicidi e la violenza alle donne un punto d’onore; quando la rete gli ha chiesto quante ore dedicasse alle donne, lui ha risposto, sempre con garbo, “faccio prima a dire quanti minuti non gli dedico..”. Mi correggo. Infante mi ricorda sì un film di Hitchcock, dove però il protagonista non è Stewart, ma Luciano Rispoli

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