Virologo contro no-vax, ci risiamo: torna la telerissa...
Il nuovo format per tutte le televisioni è uno scienziato che s'incazza con Non Greeen Pass e negazionisti. Si pensa che il litigio paghi in termini di share. Ma non è vero. Oltre ad essere pericoloso...
Ce l’abbiamo fatta. Alla fine siamo tornati a sprofondare nell’estasi del pecoreccio, come direbbe Tommaso Labranca. Ci voleva l’assurdo dualismo Sì Vax /No Vax per riattizzare la telerissa.
In un momento di crisi della tv generalista, qui ci s’illude che piazzare un No Vax -che quando va bene nega la realtà e quando va male confeziona minchiate gassose- contro un virologo o uno scienziato tout court, be’ produca picchi d’ascolto. Cosa peraltro, mica vera: l’audience, a ben analizzarlo, non si scolla dal sua media di fascia. Sicché ecco il professor Matteo Bassetti, onnipresente in ogni scazzo e in ogni rete, che litiga con Gianluigi Paragone; il quale, nello scambio di opinioni gli infila, con una staffilata, l’accusa di «figlio di papà» ( e Bassetti annuncia querela in diretta a Non è l’Arena di Giletti). E poi eccolo ancora, il prof Bassetti, mandare «affanculo» Maria Giovanna Maglie su Rete 4 che lo accusa di «terrorismo». Mentre Gianluigi Paragone si trasferisce su Raitre a Cartabianca e trova il tempo di litigare col professore Massimo Galli. Sempre su La7 s’avanza l’Antonio Caprarica che spezza il suo leggendario aplomb rivolgendosi alla No Vax Francesca Donati (quella che paragonava il Green Pass ad Auschwitz) con un liberatorio «È intollerabile che lei continui a dire questa idiozie». Stesso schema per David Parenzo che prima ascolt le farneticazioni di Paolo Brosio sui vaccini -«Uso spesso cortisone e antibiotici, so che non fanno male. Ma gli effetti collaterali del vaccino…» –. E poi lo cazzia, in modo tombale: « Stai cercando incongruenze sul vaccino che può far male ma leggo da una tua intervista di cinque anni fa in cui dici: “Tra alcol e cocaina: in un’orgia una voce mi ha salvato”. Cioè: ti sei fatto di tutto nella vita e ora rompi le balle sul vaccino?». Non che David abbia tutti i torti.
Fissando l’attenzione sul rientro prepotente del Coronavirus dalla porta principale dei programmi, ecco che vediamo riemergere il fiume carsico delle tifoserie opposte e rumorose. E la liturgia dei botta-e-risposta sullo schema della contrapposizione vede, per esempio, a L’Aria che tira l’avvocato Olga Milanese del comitato No Green Pass buttare lì due/tre dati (veri) slegati dal contesto e usati per criticare lo «schiavismo» sanitario; e lì il sempre mite professor Fabrizo Pregliasco del Galeazzi di Milano, all’improvviso sbotta: «Spettacolare cretinata!».
L’ultima meravigliosa scenetta si svolge sempre davanti alla telecamera accesa, accanto a Myrta Merlino. La quale - in un gesto di uno snobismo assoluto- si permette d’invitare in puntata tal Cisco Orlando, bassa mano valanza contro il vaccino, che dà ai giornalisti specie a Myrta stessa dei «venduti» ( e la conduttrice battuteggia: «Ma venduti a chi ? Perché non mi sono ancora arrivati i soldi...»). E lì prende la parola Ferrero con la solita eleganza: «Lei è un presuntuoso, è un buffone, malato di protagonismo! Impari ad ascoltare... Non dica cazzate! Lei dice solo stronzate, stia zitto!». Solo fino 6 /8 mesi, nel regno del fair play tv, certe cose erano inimmaginabili. Nessun avrebbe mai pensato all’infiammabilità delle decisioni sui vaccini. Oggi l’asticella si sposta sempre più in alto. E tutto questo, cari signori dei palinsesti, oltre che cretino potrebbe risultare pericoloso...