Se il Pd usa ancora le Sardine (e le liquida candidandole col frisbee...)
Prima usate in chiave antiSalvini, ora omologate al Partito. Cosa c'è dietro il candidato che vuole lo stadio di frisbee
C’è la tenerezza, la scintilla dei semplici, un velo di realismo magico nello sguardo da cocker del revenant televisivo Mattia Santori.
Le sue mission, da neocandidato assessore alle amministrative, in questi giorni sarebbero: guardare di spalle, l’arcobaleno in pantaloncini da basket in stile mago di Oz (come nella copertina della sua biografia); e - sorriso da bravo ragazzo, cerchietto in testa che ne trattiene capelli e pensieri- riflettere sul primo punto del suo programma politico per la Bologna del futuro. Costruire lo stadio. Non lo stadio di calcio. Lo stadio di frisbee. Cioè: la Sardina Sartori fresco “indipendente nelle liste del Pd” non mette tra le sue priorità elettorali la raccolta dei rifiuti porta a porta, la manutenzione delle strade, o il problema della sicurezza o, chessò, il caos dei parcheggi, annose questioni per le quali molti suoi concittadini darebbero fuoco al municipio. No. Il 34enne Santori “sogna di costruire lo stadio di frisbee”. Forse perché è “insegnante di frisbee come strumento educativo” come scritto in curriculum; e già qui, se Letta e il candidato sindaco dei Dem Matteo Lepore, decidessero di dargli l’assessorato allo Sport, l’atletico Mattia sarebbe in conflitto d’interesse. Ora, le Sardine si erano sempre tenuti ben lontano dalla politica politicata. Avevano mantenuto l’anarchia rivoluzionaria sia nella loro formazione delle origini composta da Andrea Garreffa, 30 anni, guida turistica, Roberto Morotti, 31 anni, ingegnere impegnato nel riciclo, Giulia Trappoloni, 30 anni, fisioterapista; sia in quella rinforzata dalla gramsciana Jasmine Cristalli e da Lorenzo Donnoli il ragazzo con l’Asperger anch’egli autore di un’autobiografia. Addirittura –sempre chiedendo il permesso perché sono personcine educate- i boys avevano occupato fisicamente il Nazareno chiedendo al vecchio Pd di darsi una sciacquata. E, infatti il Pd la sciacquata se l’è data. E ha candidato giusto Mattia, approfittandone per eliminare i candidati interni di Base Riformista ritenuti dalle Sardine “cavalli di Troia lasciati da Renzi nel Pd”. Ha lasciato gli altri che se la sono presa in saccoccia, ma ha preso il frontman. Che è un po’ come quando Riccardo Fogli è uscito dai Pooh per la carriera da solista. Certo, di Mattia, prezzemolino da talk sapevamo già quasi tutto, sin dai tempi folle antileghiste. Sapevano che è molto corteggiato dalla categoria “over 50, che vogliono farsi dei selfie con me. Ma io sono fidanzato da quattro anni, la mia ragazza è una sardina della prima ora”; che di mestiere riempie le piazze perché ha “imparato in breve tempo il vecchio lavoro di Salvini”; che non ama molto “fermarsi in moto col rosso, non amo perdere tempo”. Sapevamo della sua “vita vagabonda” e dei suoi viaggi tra Ecuador, Colombia, Venezuela e Grecia; di quel suo essere una sorta di Alessandro Di Battista col frisbee. Sapevamo che Mattia aveva come mito personale il suo docente a Scienze Politiche, Gianfranco Pasquino ma che Gianfranco Pasquino –leggete il articolo sul quotidiano Domani- non aveva come mito Mattia. Sapevamo, come scrive Selvaggia Lucarelli che “se un sognatore vede un normale arcobaleno, Mattia ne vede due coi pony che ci volano dentro. E si commuove, assieme ai suoi pantaloncini pezzati”.
Sapevamo tutto, insomma, del nuovo Masaniello prezzemolato, tranne due cose: come campasse (non lo sappiamo ancora) e che cosa volesse fare da grande. Ora l’arcano è svelato: Mattia, a 34 anni, ha finalmente trovato la sua dimensione, vuole fare politica. E, possibilmente, lo stadio di frisbee.
Chissà perché, ma lo sospettavamo.
Adesso lui è contento; è contento il Pd che ha sfruttato le Sardine in funzione anti-Salvini e le ha divorate ai banchetti di una Festa dell’Unità; è contento pure Enrico Letta convinto di aver fatto il colpaccio. Non sono contenti i democratici locali, Carlo Calenda che lo ritiene “un ragazzotto senz’arte né parte” e le altre Sardine, nate come fotocopia dei Cinque Stelle e rimaste sott’olio. Anzi sott’odio, direbbe Longanesi. Cosa succederà adesso? Ma niente, il Pd si ritroverà con una nuova Deborah Serracchiani –che però rispetto a Mattia è Nilde Iotti- e il resto del branco tornerà a nuotare in acque aperte e limacciose…