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Alesssandra Appiano, l'amica di salvataggio

In onda il documentario sulla vita della scrittrice autrice tv; dai successi al suicidio su cui ancora deve pronunciarsi la magistratura

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Alessandra Appiano Foto: Alessandra Appiano
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Per fare una battuta delle sue: Alessandra Appiano era più intelligente che bella, ed era bellissima dentro e fuori. Quando, in una soggettiva allegramente hitchcockiana, la telecamera del docufilm Amica di salvataggio fece irruzione nel suo appartamento milanese denso di libri e ricordi, e cominciò a danzare sul racconto dell’amabile voce fuoricampo di Lella Costa, be’, l’emozione prese alla gola tutti gli astanti. Eravamo in tanti, ognuno col suo pezzetto di ricordo conficcato in quei fotogrammi fotogrammi.

Allora, un anno fa, questo film bellissimo, accorato e quasi spietato nell’incidere le emozioni, sulla vita e sulla morte di Alessandra –scrittrice e giornalista dalla levità invincibile, autore e volto tv e soprattutto cara amica- venne proiettato in due proiezioni private a Roma e Milano. Tra applausi, lacrime e fiamme nel petto. Stasera la pellicola sbarca su Raidue nella cornice che merita, a tre anni dalla scomparsa di Ale (il 3 giugno 2008), suicida a 59 anni, nell’ospedale milanese Villa Turro che avrebbe dovuto curarla da una grave depressione. Con la regia del marito Nanni Delbecchi e di Vito Oliva e la produzione di www.amicidisalvataggio.it, il film nasce come omaggio dello stesso Nanni ai 25 anni d’amore con la moglie; ma soprattutto per denunciare “la solitudine della malattia psichiatrica, i buchi dell’istituzione, la crisi delle legge 180” (e infatti c’è ancora in ballo un processo penale che prefigurerebbe l’omicidio colposo). Sicché, ecco scorrere le immagini degli esordi dai teleromanzi e da telefonista di Enzo Tortora a Portobello, le conduzioni a Mediaset, il passaggio alla scrittura dei programmi. E il Premio Bancarella per il best seller Amiche di salvataggio e gli altri successi: La vita è mia e me la rovino io, Ti meriti un amore, Le vie delle signore sono infinite,  Le belle e le bestie, Il cerchio degli amori sospesi, Più malsani, più brutti. Una serie di libri che via via trasformano Ale da Sophie Kinsella italiana (pagine distillate d’ironia) ad un mix di profondità semantiche tra Anne Sexton e Elsa Morante.

Appiano parla in prima persona con la voce dell’amica Lella. Si citano le lettere e i Baratto Party nel salotto di casa; si sentono le testimonianze arrochite degli amici cari; si evocano i sui grandi sodali del passato come Luciano De Crescenzo e Renzo Arbore; si richiama il grande cuore dell’artista (“Nella vita adulta amare il proprio lavoro è la massima approssimazione della felicità”, diceva Ale citando Primo Levi) e il suo impegno nel volontariato con Don Mazzi, che le fece ottenere l’Ambrogino d’oro. Sembra di vederla Ale, con le sue famose saette negli occhi, le battute taglienti e la velocità nell’inseguire i pensieri e i progetti. Amica di salvataggio è la delicata fotografia di una donna eccezionale e di un’intera generazione…

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