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Gourmet Detective, un giallo che sa di pasta scotta

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Nel 1978 Ted Kotcheff -che diventerà un grande regista d'azione- girò Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d'Europa, il primo delizioso film in cui si mescolava, in un pinzimonio di celluloide, il genere giallo con quello degli chef superstar. Ho ripensato spesso, con nostalgia, a quella trama mentre mi scorrevano davanti le immagini degli infiniti cooking show che intasano oggi i palinsesti. 

E stavolta quella sensazione - di genocidio culinario- mi è sovvenuta con Gourmet Detective, miniserie tv statunitense che è passata di rete in rete (dal canale Paramount alla tv svizzera) fino ad approdare ad Amazon Prime, anticipata da un battage paraculissimo in cui si lascia intendere lo spettatore di ritrovarsi davanti ad all'incarnazione dei vecchi telefilm di Remington Steele mixati a Masterchef. Ma la realtà è diversa. 

La serie si compone di tre episodi, in ciascuno dei quali "l'esperto e affascinante consulente culinario/chef Henry Ross (interpretato da Dylan Neal, che porta lo stesso nome del George Segale dl film di Kotcheff) e la detective Maggie Prince (Brooke Burns) madre single devono collaborare per risolvere insieme dei misteriosi casi di omicidio", spiega la brossure. E quindi ecco il sabotaggio di un ristorante a 5 stelle guarnito di un delitto croccate; e una convention sulla panzanella macchiata dal salto mortale di una giornalista di cucina nella cucina di un albergo (sempre a 5 stelle); e un nuovo assassinio inserito nel menu del ricevimento di una famiglia ovviamente ricchissima che nasconde un terribile segreto. 

In America Gourmet Detective ha registrato un successo insospettato, da noi è genericamente ritenuto una tacca sopra al livello di una soap. Per i produttori è "unico nel suo genere". La trama è telefonata come la tensione sessuale tra i protagonisti -lei che non sopporta le incursioni di lui ma in fondo ne è ammaliata-. I protagonisti sono piacioni da concorso di bellezza, splendidamente liftati (il naso di Maggie, una modella stile Nicole Kidman è talmente all'insù che ci puoi appendere uno scolapasta); il lifting non vale per la parte crime che sa di pasta scotta; e, dal punto di vista dell'ironia di dialoghi, Cracco e Bastianich, al confronto sembrano Totò e Peppino. Ad un tratto mi sono immaginato Canavacciuolo che irrompe col lanciafiamme.

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