Ragnarok, storia di uno sfigato che si scopre figlio di Odino
Spaesato, brufoloso, bullizzato a scuola, imbranato nella coscienza ecologica strappata a Greta Thumberg. Per chi è avvezzo alle rodomontate del Thor della Marvel -superpoteri, battute e rutti liberi- il dio del tuono proposto da Ragnorok ha un che di spiazzante.
Ragnarok è una serie Netflix scandinava ispirata all' evento "fine dei tempi" in cui, secondo la mitologia norrena, gli dei si scontrano definitivamente con i loro nemici, i giganti Jotunheim.
La trama è ambientata in una cittadina norvegese dove i ghiacci cominciano apocalitticamente a sciogliersi come in un programma di Mario Tozzi e i fiumi sono inquinati dai rifiuti tossici dell' industria della famiglia Jutul: padre spietato, madre preside di rara bellezza e cattiveria, figlia che se la tira e figlio sempre in tuta che s'innamora di una coetanea popolana. Ed è qui che giungono Magne e Laurits figli di Turid (sembra la nota gag vikinga di Aldo, Giovanni e Giacomo), due fratelli adolescenti, apparentemente persone qualunque, ma in realtà incarnazioni delle divinità nordiche Thor e Loki. Magne intuisce di essere Thor perché non ha più bisogno degli occhiali, fa i 100 metri in 7 minuti, e spezza i tronchi a mani nude; e perché glielo conferma la vecchia commessa di un supermarket si accompagnata ad un orbo rincoglionito, coppia che si dimostrerà essere l' incarnazione di Frigg e Odino, i genitori degli dei.
In tutto questo, i due ragazzi finiscono in una scuola che sembra un liceo americano ma molto più cupo e spartano; incontrano comprimari ancora più incasinati di loro (per esempio Isolde, compagna di scuola che, denunciando l' inquinamento delle falda acquifera, verrà schiantata su una scogliera attorcigliata in un deltaplano); vengono trattati da idioti dalla madre che li costringe a estenuanti sedute psicanalitiche; subiscono l'assalto di cani infernali e di scuri magiche provenienti dal regno dorato di Asgard. La prima serie finisce con Thor il quale, imbracciando un martello trovato per caso, si batte con Vidar, l' imprenditore cattivo; e riesce ad evocare un fulmine da concerto dei Kiss. Ragnorok rientra un po' nella categoria dei "teen drama", un po' in quello del fantasy, un po' nel filone "ecologisti-fino-alla- morte". Questo Thor è molto più sfigato di quello degli Avengers, però, in compenso non fa i rutti.