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Il Cdm convoca le radio per riscrivere le regole del settore

Francesco Fredella
Francesco Fredella

Francesco Fredella è nato nel 1984. Pugliese d'origine, ma romano d'adozione. Laureato in Lettere e filosofia a pieni voti, è giornalista professionista. Si occupa di gossip da sempre diventando un punto di riferimento nel jet-set televisivo. Collabora con Libero, Il Tempo, Nuovo (Cairo editore). E' uno degli speaker della famiglia RTL102.5, dove conduce un programma di gossip sul digital space. E' opinionista fisso di Raiuno e Pomeriggio5.

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Tanto rumore mediatico è servito. L’ultimo Cdm ha dovuto fare i conti con una questione molto spinosa: lo spegnimento di tutte le frequenze radiofoniche in FM a favore del digitale DAB. Nei giorni scorsi la vicenda ha creato una grande onda mediatica (che noi di Libero abbiamo affrontato). Il sito NL, leader nel settore della comunicazione radio-tv, per primo si è occupato della vicenda. Dopo l’audizione pubblica - alla vigilia del Cdm - era arrivato un primo dietrofront del Governo sullo switch off con l’interesse ad uno swtich over: una sovrapposizione tra FM- Dab (da calendarizzare). Si andrebbe, quindi, vero quel binario parallelo tra FM e DAB fini alla morte naturale dell’analagico: sarà spento quando non sarà più giustificato il costo rispetto all’utenza, come accaduto con le onde medie.

 

Fortuna. Le istituzioni hanno aperto gli occhi perchè uno switch off avrebbe creato gravi problemi ai radiofonici e consacrato la morte del settore. Adesso, invece, l’Esecutivo ha deciso di convocare i rappresentanti delle radio per il prossimo 9 settembre al Ministero dello Sviluppo Economico per discutere insieme regole e tempi. “Nessuna tagliola dall’alto, regole e road map saranno scritte insieme con gli operatori del settore”, hanno fatto sapere del ministero. Pronta la risposta di Lorenzo Suraci, presidente di RTL 102.5, la prima radiovisione italiana: “Lo spegnimento dell’FM in favore del DAB rappresenterebbe un vero e proprio attacco alla radio commerciale e indipendente e ne decreterebbe la morte. E’ una questione che riguarda milioni di persone e che il Governo non deve sottovalutare. Ci auguriamo che le istanze del nostro settore possano essere prese seriamente in considerazione e che le regole del sistema radiofonico possano essere riscritte dagli operatori che nella radio hanno investito e che mirano a crescere e non da fantomatiche associazioni non più rappresentative”.

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