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L'aristocrazia di Fendi, maison nata nella Capitale che ha creato il Made in Italy

Fashion week

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero dove si occupa di attualità, moda e costume, adesso anche "in prestito" alla politica. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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Fendi si specchia nel grande spazio del Superstudio, scelto per la sfilata uomo, dove la maison  ha traslocato abbandonando temporaneamente la sede di via Solari in fase di espansione.  <Una scelta speciale>, racconta Silvia Venturini Fendi  <in occasione del centesimo anniversario> che sarà celebrato l’anno prossimo. Sarà un 2025 festeggiato alla grande nella città della griffe, Roma, dove è stata fondata  nel 1925 da Adele Casagrande e da suo marito Edoardo Fendi, i nonni dell’attuale direttrice artistica accessori e collezione uomo.

Ma già questa collezione maschile onora con uno stemma araldico le  origini aristocratiche della moda della famiglia  Fendi, che ha contribuito alla creazione  del Made in Italy, aggiunge Venturini Fendi, «per questo mi piaceva l’idea di ispirarmi molto alle nostre radici con una profonda immersione negli archivi>.

Lo stesso stemma è stato disegnato con elementi ripresi dall’archivio: un quadro che il nonno di Silvia Fendi regalò alla moglie Adele, il giano bifronte, le FF e il pequin. Lo stemma ovviamente si ritrova come stampa sulle camicie o applicato su blazer di  ragazzi che sembrano usciti da un college inglese con le cravatte regimental  e i bomber. Immancabile il mocassino morbido con il tallone da abbassare come nelle babbucce marocchine, indossato con bermuda, camicia portata fuori dai pantaloni e giacca soprabito; oppure con camicia, gilet e borsa. 

A settembre, Fendi aprirà la Milano Fashion Week della moda donna e per tutto il 2025 sono previste celebrazioni nella capitale e nel mondo.

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