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Moncler trasforma la stazione di Milano in una galleria d'arte e di sogni

Dal 15 al 21 aprile in occasione del Fuorisalone

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero dove si occupa di attualità, moda e costume, adesso anche "in prestito" alla politica. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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[TESTO]«I sogni hanno accompagnato me e Moncler fin dal primo giorno: non abbiamo mai smesso di sognare, di essere fonte di ispirazione e al tempo stesso di lasciarci ispirare dagli altri». Parola di Remo Ruffini, Presidente e Ceo del marchio di piumini più famoso al mondo, al quale si è affezionato fin da quando negli anni ’80 sfoggiava la giacca leggera e superlucida già modaiola (come i paninari milanesi prima e quasi tutta Italia poi) a bordo del suo motorino sulla strada che da Grandate lo portava ai Salesiani di Como.  «Quel piumino l’ho usato per anni. E, quando ho potuto, ho acquistato l’azienda»  che lo produceva, ricorda patron Ruffini. Gli inizi (nel 2003) «non sono stati facili», ma poi il sogno è diventato realtà, grazie al suo particolare intuito che lo ha spinto ad abbandonare l’idea di un piumino legato ai giovani e al mondo sportswear per puntare sul lusso. Un approccio rivoluzionario che ha decretato il successo internazionale di Moncler portando l’azienda, dopo solo un decennio (nel 2013), alla quotazione in Borsa sulla Piazza di Milano. 
Dalla strategia integrata, che combina il lato imprenditoriale a una poliedrica sensibilità creativa in continuo superamento, Ruffini non sbaglia un colpo (indimenticabile il progetto Genius). Stavolta conquista la Stazione di Milano Centrale per trasformarla in un’enorme galleria d’arte aperta ai viaggiatori (e al pubblico) con una mostra immersiva dal titolo “An Invitation To Dream”. Tra i protagonisti personalità come il poeta e artista Julian Knoxx, il performer Daniel Arsham, l’attore e filantropo Jeremy O. Harris, l’autore americano-indiano Deepak Chopra.
Non manca un cameo di Remo Ruffini sulle suggestive montagne francesi di Monestier-de-Clermont mentre incoraggia gli esploratori a raggiungere le vette più alte, realizzando desideri quasi impossibili. Spiccano inoltre i nomi di alcune donne del momento, come Rina Sawayama, cantautrice, modella e attrice giapponese. E poi Zaya Ribeiro, l’attivista e modella indigena dell’Amazzonia che i più fashion avranno già visto sulle passerelle delle più importanti maison. E poi la food artist Laila Gohar e la chef Ruth Rogers, seguite dall’architetto Sumayya Vally, dalla make-up artist Isamaya Ffrench e dalla ballerina Francesca Hayward.
«In questo progetto - spiega il curatore Jefferson Hack - abbiamo riunito alcune delle più brillanti menti creative che osano al punto tale da sognare anche per noi. Sono personalità che influenzano la cultura contemporanea, invitate proprio perché la loro arte porta con sé nuovi punti di vista e possibilità. Il loro lavoro e i loro talenti profondamente trasformativi li rendono artisti d’eccezione del nostro tempo».  Esiste forse qualcosa di più democratico del sogno? Difficile anche solo da immaginare. L’obiettivo è proprio questo delle opere artistiche silenziose ma potenti in mostra - in occasione del Salone del Mobile e del Fuorisalone – dal 15 al 21 aprile alla Stazione Centrale, crocevia e cuore pulsante della città meneghina. 
Un luogo scelto non a caso, dove arrivi e partenze si intrecciano, dove il viaggio inizia e finisce, dove il sogno trova il tempo per esprimersi. L’edificio caratterizzato dai soffitti altissimi, miscela di diversi stili, dal Neoclassico, al Liberty all’Art Deco al Brutalismo, si presta per la prima volta a trasformarsi in una galleria a cielo aperto, dove tutti i cartelloni e gli schermi pubblicitari della stazione saranno collegati, andando a creare una sorta di paesaggio immaginario animato da foto e citazioni. Dove le stampe litografiche in bianco e nero di Jack Davison cercano di rallentare il tempo e catturare l’intimità in un dialogo contemplativo con le 300.000 persone che ogni giorno attraversano la Stazione. Dopo Milano, “An Invitation To Dream” girerà il mondo. 

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