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Armani toglie la musica e sfila in silenzio per l'Ucraina. In prima fila Liliana Segre

Fashion Week a Milano

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero dove si occupa di attualità, moda e costume, adesso anche "in prestito" alla politica. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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Una sfilata senza musica in un’atmosfera sospesa. Giorgio Armani ha scelto il silenzio per esprimere la sua vicinanza a ciò che sta accadendo in Ucraina e nel mondo.  Non poteva far finta di niente, lo stilista ha sempre mostrato un animo particolarmente sensibile, tanto da commuoversi nel pronunciare la frase: “Non è tempo di festeggiamenti, penso alle persone coinvolte e a quei bambini…”. Racconta: “Ho voluto mandare in passerella il battito del mio cuore”, insieme al fruscio degli abiti (autentiche opere d’arte) indossati da modelli e modelle  particolarmente emozionati questa volta.

La collezione esce allo scoperto senza distrazioni:  silhouette fluide e allungate che danzano a ogni passo. E poi, il rigore di costruzioni precise e il senso di un’eleganza fatta di sottrazioni, più che di eccesso. È un repertorio di elementi che mette al centro la persona e ne valorizza il carattere, per re Giorgio “l’interiorità deve trapelare dal fisico”. Come il ritratto dipinto da un pittore che guarda al reale attraverso il filtro della propria immaginazione, senza lasciare che essa si imponga sul soggetto. In questa collezione per il prossimo autunno-inverno si avverte uno sfolgorio nuovo: tutto scintilla di luci argentee o di colori brillanti tra decorativismi astratti che sembrano danzare a ogni passo delle modelle. Armani nutre da sempre una passione per l’art déco che riesce sempre a trasferire nel suo territorio personale, dove giacche e pantaloni (“il capo perfetto per le donne, copre dove deve coprire e dà slancio; non c’è gonna che equivale alla sua modernità”, parola di re Giorgio) disegnano figure nette, mosse da tocchi di faux fur. È la luce a dominare, dal giorno fino alla sera, dagli abiti alle borse di velluto e gli stivali alti come calze. Tanto nero e blu, tanto velluto, abiti lunghi con  corpetti gioiello e il black “ reso meno violento dal verde  speranza”, precisa lo stilista.

Bagliori serici e notturni toccano anche il guardaroba maschile, con l’uomo che torna a una morbida formalità: giacche con pantaloni fluidi e confortevoli,  rispuntano camicia bianca e cravatta. L’uomo Armani predilige una moda consapevole che gli fa attraversare le tendenze di passaggio con la certezza dello stile autentico. Si va dal velluto al cashmere,  dal blu profondo al grigio denso fino al nero, toccando note di verde. Ai piedi scarpe con suole robuste e borse dal disegno architettonico.

In prima fila anche la  senatrice a vita Liliana Segre ."Ho incontrato la Segre alla prima della Scala ed è stata molto gentile, ha espresso il desiderio di venire a vedere la sfilata, magari avrà riserve sulla moda, ma è un grande onore", ha spiegato Armani. “Le vorrei chiedere tante cose… E quando vedo un programma sull'Olocausto non resisto, devo vederlo, rendermi conto di cosa possono avere sofferto quegli esseri umani: partecipare al loro dolore, anche da casa mia, mi sembra che ne valga la pena".

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