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Il ritorno di Capasa e le 50 sfumature di azzurro denim secondo Diesel

Al via la settimana della moda a Milano

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero dove si occupa di attualità, moda e costume, adesso anche "in prestito" alla politica. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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Si parte. Prima giornata di fashion week a Milano con una sfilata effervescente di  Diesel  che celebra il denim in 50 sfumature di azzurro. Una collezione bella, giovane, fresca: i jeans sono a vita bassa o a vita alta, lunghi che toccano terra, sfilacciati, consumati, vissuti alla ricerca della libertà. Torna il soprabito in denim sotto il ginocchio o lungo al polpaccio indossato con la minigonna che sembra una gigantesca cintura e gli stivali alti. Un po' anni Settanta. Borse modello marsupio indossate a tracolla. E abiti fascianti fosforescenti dello stesso colore dei colori dipinti sulle facce delle modelle che ancheggiano  in una red room popolata da maxi bambole gonfiabili.  «Diesel ha sempre avuto un’anima sensuale>, parola di Renzo Rosso.

Ieri sera il  ritorno di Ennio Capasa: il designer di Costume National dopo sei anni di assenza lancia una nuova label,  Capasa Milano, caratterizzata da linee fluide e genderless.   «Sono rimasto lontano dal mondo della moda per qualche anno: ho avuto il privilegio di osservarne i cambiamenti dall’esterno e sono ripartito con un nuovo brand, nel quale ho messo la stessa urgenza e la stessa voglia di innovare che avevo nel 1987», ha spiegato Ennio Capasa. Sono passati 35 anni da quando ha fondato Costume National, brand di cui è stato direttore creativo fino all’addio nel 2016. Dopo sei anni lontano dalle scene, ha scelto il Teatro degli Arcimboldi e la fashion week milanese per presentare il suo nuovo progetto: Capasa Milano. Sull’etichetta ha voluto solo il cognome: <perché è un progetto personale, che però immagino nel segno della continuità atemporale, non dell’ego»..

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