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Armani, il primo a chiudere, il primo a riaprire con una sfilata

Fashion week milanese

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero dove si occupa di attualità, moda e costume, adesso anche "in prestito" alla politica. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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Il primo a chiudere le porte al pubblico all’inizio della pandemia, il primo a riaprire le porte (in sicurezza): Armani è lo stilista che vede lontano, che annusa, che anticipa tendenze e mode, fermamente convinto che i cretini non siano mai eleganti (come dargli torto). «Gli intelligenti, invece, anche con due stracci addosso sono vestiti logicamente, quindi sono sempre eleganti», precisa l’uomo tra i più ricchi del mondo. 
Re Giorgio il primo a confermare la sua sfilata in presenza con la collezione primavera-estate 2022 in un doppio appuntamento: lunedì 21 giugno, durante la fashion week, nel cortile di via Borgonuovo 21, al centro di Milano, location storica che ospitava all’inizio i defilé della griffe; il 6 luglio invece Giorgio Armani Privé volerà a Parigi per la settimana di Alta Moda, presso la sede dell’Ambasciata d’Italia, luogo simbolico a sottolineare il nostro Paese nella capitale dell’Haute Couture. 
Il ritorno in presenza - si legge nella nota del Gruppo Armani - è stato deciso a seguito dell’attuale generale miglioramento della situazione sanitaria. L’organizzazione delle sfilate rispetterà le norme di distanziamento e sicurezza previste dalla legge e l’effettiva realizzazione degli eventi sarà comunque subordinata all’andamento dei contagi. Armani ha sempre dichiarato di «non voler esporre ad alcun rischio la salute dei propri ospiti». E non è un segreto l’amore dello stilista di Piacenza per Milano, la sua città adottiva, visto il suo costante impegno, durante il Covid si è dato molto da fare e solo tre giorni fa il Gruppo Armani è diventato ufficialmente Fondatore Sostenitore del Teatro alla Scala. Un annuncio che era giunto a pochi giorni dalla riapertura del teatro dell’11 maggio, con il concerto dei Wiener Philharmoniker diretto da Riccardo Muti. Una data non casuale, tra l’altro, perché proprio l’11 maggio del 1949 andò in scena il concerto di riapertura del teatro diretto da Arturo Toscanini. Tutto fa ben sperare per la moda, la musica... l’arte e la cultura. 
 

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