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Gianni Agnelli, il conformista che ha fatto dell'anticonformismo uno stile

L'orologio sul polsino e il piumino scamiciato sopra la giacca

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero dove si occupa di attualità, moda e costume, adesso anche "in prestito" alla politica. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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Gianni Agnelli. Non possiamo chiamarlo maestro, ma è stato più carismatico di Siddharta. Un mito, celebrato persino da un quadro di Andy Warhol. Nell’abbigliamento come nel comportamento volava altissimo, in molti hanno provato a imitarlo cadendo rovinosamente. Conformista e anticonformista: un gusto enigmistico e un modo di vestire che ha ispirato i giovani degli anni Ottanta e Novanta, per di più di opposto orientamento. I paninari ne scimmiottarono lo smanicato in piumino, gli yuppies il doppiopetto e il gessato. 
L’Avvocato, che avvocato non fu mai, non amava l’eleganza troppo accurata come dimostrava con le cravatte sventolate sopra il pullover o i maglioni a collo sciallato o a coste inglesi indossati allo stadio, gli scarponcini di camoscio anche per le occasioni formali; il piumino sul blazer, l’orologio sopra il polsino della camicia (un’usanza diffusa tra i contadini di Cuneo che lui riprese  e rese un vezzo snob) spesso con il colletto “button down”, originariamente utilizzato dai giocatori di polo per non far svolazzare le punte. Agnelli era chic sempre, anche quando si presentava in pubblico con un vecchio cappotto grigio con la martingala, o in giacca e pantaloni scompaginati, di due abiti diversi ma simili. Nonchalance e understatement, più usciva dai canoni e più veniva considerato elegante.
Il viso sempre abbronzato, pure quando il tempo iniziò a scolpirlo con profonde rughe, la sua disinvoltura seguiva comunque regole precise: mai calzini corti e mai scarpe a punta. Portava i capelli leggermente lunghi anche se tutti li avevano corti. Particolari che gli attribuivano un’aria al di sopra del tempo e delle mode, tanto che una settimana prima di morire - nonostante non si vedesse in giro ormai da parecchio - la rivista Vogue lo inserì nella classifica dei 50 uomini più eleganti del mondo, a cui tutto era permesso, anche apparire nudo sulla copertina di un settimanale, mentre si tuffa dalla sua barca.
 

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