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Dolce&Gabbana tra robot e abiti del futuro per giovani edonisti

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero dove si occupa di attualità, moda e costume, adesso anche "in prestito" alla politica. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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E’ i-Cub, un robot umanoide, a dare il via alla passerella  di Dolce e Gabbana nell’ultimo giorno di sfilate milanesi,  ispirata alla tecnologia e dedicata ai giovani e al loro approccio "libero e naif" alla vita e alla moda.  Ragazzi che, osservati attraverso i social network, hanno bisogno di un bagno nello spirito degli anni '90. Ragazzi che vivono il sexy non legato al sesso piuttosto immerso nell’edonismo.   A loro si rivolge la collezione che pesca nella storia della maison, riproponendo capi cult come il corsetto di Prince in Cream, il body di Madonna e quello di Naomi, le guepière e le giarrettiere, ma anche citazioni come le giacche dalle spalle over, i maxi piumini leopardati e stampati, le tute aderentissime, le magliette con scritto ''90's fashion' o 'I love supermodel'. E che  salta nella  sperimentazione tecnologica  e della libertà,  portando in pedana i cardigan e i golf di lana tessuta con il cellophane o la giacca di lana e nylon incellophanata o i pantaloni di raso di seta lucidi e "spalmati come una Ferrari",  tra bagliori metallici e colori fluo.
   “L'influenza della pandemia è proiettata sugli abiti e su ciò che siamo - spiegano i due stilisti  - quindi, divertimento e protezione vanno ia braccetto".  Spuntano  le ghette per coprire le scarpe e le mascherine di plastica trasparenti, ma anche l'abito mini fatto di grandi perle e basta, tanto per non dimenticare la stravaganza che si riflette anche sui capelli arcobaleno, rosa, gialli, blu e nei tatuaggi a profusione. Facce di un mondo nuovo e di un nuovo capitolo della maison.

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