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Biancaneve nel Novecento, la bambina e la prostituta del campo di Buchenwald

Lucia Esposito
Lucia Esposito

Da grande volevo fare la giornalista e così, diversi anni fa, da Napoli sono arrivata a Milano per uno stage di due mesi. Non sono più tornata. Responsabile Cultura di Libero, accumulatrice seriale e compulsiva di libri e pensieri. Profondamente inquieta, alla ricerca costante di orizzonti in cui ritrovarmi (o perdermi).

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Oggi vi parlo de Lo specchio e la luce (Fazi editore) di Hilary Mantel, finalista al Man Booker Prize 2020. La pluripremiata scrittrice con questo volume chiude trionfalmente la trilogia iniziata con Wolf Hall e proseguita con Anna Bolena, una questione di famiglia. Attraverso il racconto degli ultimi anni della vita di Thomas Cromwell, il figlio del fabbro ferraio asceso ai vertici del potere, si completa l’ambizioso ritratto di un uomo tanto affascinante quanto ambiguo: dal feroce contrasto tra pubblico e privato, tra potere spirituale e temporale, tra vecchia nobiltà e borghesia rampante, emerge un avvincente affresco degli eventi che segnarono la storia dell’Inghilterra nel XVI secolo. (Clicca qui per il servizio su LiberoTv)

Il secondo libro che vi consiglio è Biancaneve nel Novecento di Marilù Oliva (Solferino). È la storia di Bianca, una bambina che si rifugia nel mondo delle favole per sfuggire a una mamma fredda che si avvelena con l’alcol. La sua storia si intreccia con quella di un’altra donna costretta a prostituirsi nel bordello del campo di concentramento di Buchenwald in cambio di una promessa di libertà. 

(Clicca qui per guardare il servizio su LiberoTv)

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