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Roberto Piumini, dalle fiabe per bambini alle poesie erotiche

Lucia Esposito
Lucia Esposito

Da grande volevo fare la giornalista e così, diversi anni fa, da Napoli sono arrivata a Milano per uno stage di due mesi. Non sono più tornata. Responsabile Cultura di Libero, accumulatrice seriale e compulsiva di libri e pensieri. Profondamente inquieta, alla ricerca costante di orizzonti in cui ritrovarmi (o perdermi).

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Roberto Piumini è lo scrittore italiano per ragazzi più famoso,  considerato l’erede di Gianni Rodari. I bambini delle elementari rincorrono le sue rime tra le righe del sussidiario e, inseguendo i versi, scoprono che Piumini fa con le parole quello che i giocolieri fanno con i birilli: si diverte a incrociarle, a incastrarle tra loro, a lanciarle in aria trovando ogni volta nuove combinazioni e, attraverso queste acrobazie, dimostra che l’italiano è una lingua sorprendente. Lo scorso marzo, nel pieno della pandemia, l’ospedale Humanitas di Milano gli chiese di scrivere dei versi sul Corona per parlare ai più piccoli del virus senza trasmettere ansia. E Piumini regalò a maestre e genitori delle rime che ebbero l’effetto di trasformare l’inaccettabile in qualcosa di tollerabile. (Che cos’è che in aria vola? C’è qualcosa che non so? Come mai non si va a scuola? Ora ne parliamo un po’. Virus porta la corona, ma di certo non è un Re, e nemmeno una persona: ma allora, che cos’è? È un tipaccio piccolino, così piccolo che proprio, per vederlo da vicino, devi avere il microscopio...»).
Ma adesso scordatevi racconti di re e corone, archiviate tutto quello che sapete su Piumini cantastorie per ragazzi, accomodatevi e leggete qui:  <Stasera voglia dispendiosa e dura, voglia cocciuta, forte e dissennata, assalto alla tua voglia spalancata, voglia senza il rimorso e la paura, voglia di sguardo volente negli occhi, di mani allo sbaraglio sulla pelle, voglia di fianchi, natiche, mammelle, voglia di esser quello che tu tocchi, voglia di entrarti con lenta violenza e uscire come un’eco, e poi ancora entrarti, calda nave nella gora, voglia di farlo senza continenza, fottendoci con baci silenziosi, amanti che nel sesso sono sposi». 
Questa è una delle cento poesie erotiche che Roberto Piumini  pubblicherà per il giorno di San Valentino (ma saranno in libreria dal tredici febbraio) nella raccolta Il rosso amore (Interlinea, pp.,112, euro 12).. Mai volgare ma ricco di sensualità ed eleganza, è un libro che farà battere anche i cuori più resistenti e sciogliere i corpi più pudici. Sono versi capaci di riaccendere passioni sopite ed di far esplodere fuochi sempre vivi. 
Sono poesie dove nulla è sussurrato, risparmiato, censurato o sottinteso. Il moderno Catullo celebra un amore carnale, che fa gemere e godere, il corpo della donna non è un mistero inviolabile, ma uno scrigno delle meraviglie che regala tesori e delizie. Piumini canta la passione che brucia e l’atto sessuale che sfinisce, celebra la bellezza femminile che non è mai eterea ma è fatta di capezzoli che si «rizzano», natiche «stupende» e poi il pube che è «il vaso che più amo». Lo scrittore e poeta trasforma in lirica anche la biancheria intima striminzita, le mutandine diventano «sconsiderate», il reggiseno invece è «piccante». In una poesia Piumini sogna di essere proprio la stoffa degli slip. Scrive: «Se un’altra stoffa volessi sognare, sarei le mutandine di cotone che legano, salendo, le caviglie, e dopo, continuando l’ascensione, livellano le lunghe meraviglie delle tue cosce e poi, quietamente allunanano sul sesso lumescente».
I versi di questa raccolta sono affreschi, sembrano quasi scatti fotografici che immortalano attimi che altrimenti si sarebbero persi, sarebbero scivolati via assieme alle gocce di sudore e ai gemiti di piacere. 
Leggete questa poesia: «Questo sonetto per dire la voglia, la voglia che desidera, che vuole, che guarda tocca annusa lecca spoglia, con poche roche e rapide parole. La voglia che alla tua voglia s’accende, che nella tua si specchia e riconosce, che tocca annusa lecca spoglia prende, che apre la tua bocca e le tue cosce. La voglia rigogliosa e imprudente che scioglie ogni paura e ogni pudore, e annusa lecca spoglia prende sente, la voglia che fa il frutto dopo il fiore...».

In un’altra lirica Piumini parla di Lui che «non volle spegnersi: tenace, quando rimasi solo, lo curai, e con la mano riattizzai la brace, in fervido dolcissimo viavai, finché, in un grido, arrivò la pace che a te, con amicizia, dedicai». 
È un Roberto Piumini inedito e sorprendente quello che scoprirete in questa raccolta di poesie, un piccolo kamasutra in versi sui modi, le strategie e sulle infinite sfumature del piacere. 
Ci chiediamo che cosa accadrà dopo. Lo scrittore tornerà a divertire i più piccoli o delizierà gli innamorati con i suoi versi palpitanti di passione? Il nuovo Rodari sarà per sempre un moderno Catullo? 
 

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