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La strage e i sogni

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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 Giuseppina Massetti e la figlia Martina  Foto:  Giuseppina Massetti e la figlia Martina 
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I dati del 1522 , il numero per segnalare la violenza contro le donne, dicono che non finisce mai. La lunga scia di donne: mogli, madri, figlie, ex fidanzate ammazzate per mano di un uomo "di famiglia", ex o attuale poco importa, prosegue inesorabile con stragi tra le mura domestiche che non vorremmo più sentire e la cronaca di questi giorni ne è la conferma. Ieri a Nuoro un operaio forestale di 50 anni, Roberto Gleboni , ha ucciso la moglie Giuseppina e la figlia Martina , di 24 anni, che di lui aveva scritto parole dolcissime, dedicandogli due anni fa la tesi di laurea: "A mio padre, l 'amore più grande della mia vita". L'operaio con lo stesso fucile automatico ha sparato alla testa anche agli altri due figli : uno, 14enne colpito solo di striscio, ce la farà, ma è l'unico sopravvissuto, il fratellino di 9 dopo una corsa all'ospedale non ce l 'ha fatta. Gleboni con la stessa arma ha fatto fuori anche il vicino di casa , un pensionato, sceso sul pianerottolo dopo aver sentito gli spari, ma non contento l'assassino ha poi raggiunto l'abitazione della anziana madre, nonna dei suoi figli, e ha fatto fuoco anche contro di lei, ferendola al volto. Poi si è suicidato. Nessuno, tra i conoscenti, poteva prevedere un tale massacro. Sembrava una famiglia unita e solidale. Dove, ironia della sorte, Giusi e la sua dolce figlia Martina, si erano fatte fotografare con la scritta "No alla violenza sulle donne" e il logo della campagna di Actionaid. 

A Torino l'altro giorno un tunisino ha accoltellato  l'ex moglie 34enne davanti ai due figli adolescenti, che hanno tentato di tutto per aiutare la madre: l'uomo aveva il braccialetto elettronico ma era fuori uso.  E ieri a Soriso, in provincia di Novara, un senegalese ha prima investito con l'auto la moglie, madre dei suoi cinque figli, davanti alla scuola di uno dei bambini, poi non contento l'ha accoltellata mentre era ancora a terra. Ricoverata in ospedale, forse questa donna si salverà, ma è grave. E la lista potrebbe andare avanti perché dall'inizio del 2024 sono già 43 le donne vittime della ferocia maschile e le richieste al 1522 si sono impennate del 125% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Significa che da parte delle donne c'è maggiore consapevolezza del passato e voglia di denunciare, di non stare zitte di fronte a soprusi, stalking, botte. Ma significa anche che la violenza contro le donne è purtroppo in aumento, soprattutto all'interno della famiglia stessa. Quindi c'è molto da interrogarsi su dove stiamo andando, cosa stiamo facendo per evitare altro orrore. E suona quasi beffardo, di fronte ai numeri dei femminicidi, pensare che il 25 settembre, giorno della strage di Nuoro, è la Giornata mondiale dei Sogni. Una recente ricerca di Pan di Stelle, realizzata dall’agenzia Armando Testa in collaborazione con Toluna, dice che dopo la pandemia i sogni hanno assunto un'importanza cruciale per gli italiani, offrendo conforto (42,4%) e diventando parte integrante della quotidianità, con il 31% delle persone che vi si rifugiano più spesso rispetto al passato. Dopo aver sognato, il 75% si sente infatti più sereno. I sogni degli adulti di oggi si concentrano sulla famiglia (56,1%), i figli (41,5%) e la vita quotidiana (41,1%). Sognano di risolvere i problemi della vita di tutti i giorni, spesso economici, e si accontentano, più spesso di prima, delle "piccole cose", come una vacanza in famiglia o più tempo libero. Tra i sogni più grandi emergono desideri come una nuova casa e un nuovo lavoro. In generale, per il 40%, i sogni sono un incoraggiamento per una vita migliore. Quella che ieri un padre, apparentemente senza motivo, ha tolto alla figlia Martina, che lo amava moltissimo, e al resto della famiglia. 

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