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La scienziata viene dal Classico

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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 Silvia Marsoni  Foto:  Silvia Marsoni 
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Chi l'ha detto che gli scienziati non abbiano compiuto studi umanistici? Silvia Marsoni è l'esempio vivente di come si possano raggiungere traguardi altissimi nel campo della Medicina e della Ricerca mantenendo la passione per il mondo classico e anzi usandola come fonte di ispirazione per il proprio lavoro. Classe 1952, studentessa al mitico liceo Berchet di Milano nel cuore del '68 (nel movimento studentesco era impegnata nel gruppo dei Medi), Silvia Marsoni oggi è Principal Investigator presso l'Unità di Oncologia di Precisione dell'Ifom, l'istituto milanese di ricerca dedicato allo studio della formazione e dello sviluppo dei tumori a livello molecolare, ed è quello che si può definire "un cervello di ritorno", visto che ha vissuto e operato prima a Londra poi per anni negli Stati Uniti prima di tornare in Italia, dopo avere collaborato tra gli altri con Silvio Garattini e Umberto Veronesi, al Mario Negri e all'Istituto di Candiolo. Con lei inauguriamo qui un mini-ciclo di ritratti di donne "modello" nelle discipline Stem, vale a dire in quel settore che prima sembrava proibitivo per le "femmine" e appannaggio solo degli uomini. Stem è un acronimo inglese che sta per Science, Technology, Engineering e Mathematics, vale a dire le discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, ambiti nei quali la percentuale di donne è ancora nettamente inferiore a quella dei colleghi maschi, in particolare per un retaggio del passato che considerava le ragazze meno predisposte rispetto ai ragazzi nell'affacciarsi e ottenere risultati in questi campi. O meno disposte al sacrificio. Più adatte a frequentare all'università Lettere o il Magistero, piuttosto che a diventare ingegneri o architetti (e). Nel corso degli anni, per fortuna, l'approccio è cambiato e oggi si celebra anche una giornata internazionale, l'11 febbraio, dedicata alle donne e alle ragazze nella Scienza. E i dati di questo 2024 sono impietosi: nel mondo soltanto il 33% dei ricercatori è "in rosa" il nostro Paese è fanalino di coda. Però ci sono eccezioni e Silvia Marsoni, PhD, medico oncologo nonché coordinatrice di importanti studi clinici focalizzati in particolare sul tumore al colon e sul tumore al seno, è una di queste. E lei stessa ammette che ad avere contribuito molto nella sua formazione sono stati gli studi al liceo Classico e, in particolare, il professore di lettere e latino, Mario Stefanoni (ancora vivente) che è stato il suo ispiratore insieme al nonno materno Massimo Sella, biologo marino  e direttore del Regio Istituto di Biologia Marina. Con la sua "doppia anima", umanistica e scientifica, Silvia Marsoni si è concentrata nei progetti di ricerca anti-cancro che più colpiscono le donne, fra l'altro dando ai suoi progetti nomi che richiamano all'antica Grecia: Pegasus, Chronos, Arethusa, Alpha-Omega, per citarne alcuni. Fino al progetto internazionale Sagittarius, in collaborazione con la Fondazione Airc, che ha ottenuto 6 milioni di euro di fondi europei e coinvolgerà 700 pazienti in 25 ospedali tra Italia, Spagna e Francia. Inoltre, Silvia è scienziata e madre, binomio non scontato per chi ha il curriculum come il suo.      

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