BigMama contro tutti i pregiudizi
Quest’anno a Sanremo tifo donna, non per partito preso o difesa di genere, ma per la qualità delle canzoni e la personalità delle signore in gara. Loredana Berté non si discute, Annalisa “spacca” con il suo nuovo tormentone, Emma è forte, la giovane Angelina Mango vola altissimo come La Rondine di papà Pino, del resto buon sangue non mente. La mia preferita in questo momento, però, è BigMama, alias Marianna Mammone, biondissima e morbida nel suo abito di tulle nero con cui si è presentata alla prima serata del Festival. In quel vestito da nuvola dark, questa rapper campana di 23 anni ha strizzato dentro passione e fragilità, grinta e lacrime finali di commozione quando ha capito che il pubblico l'ha apprezzata e l'ha applaudita a lungo. "La rabbia non ti basta” non soltanto è un bel brano ritmato che sarà super trasmesso nelle radio, ma è il grido di riscatto di questa artista curvy che gioca con il suo corpo oversize, diventa sexy nel duetto di Lady Marmelade con le amiche Gaia, La Nina e Sissi, non nasconde di essere stata malata in modo serio (ha fatto dodici cicli di chemio) e solo qualche cretino stitico può ancora pensare di bullizzarla per via dei chili in più. Da piccola lei ci ha sofferto, come tutte le ragazzine alle prese con problemi di obesità, non sarà stato facile vedersi diversa e sentirsi isolata perfino a scuola, ma adesso lei stessa dichiara di essere <tranquillissima e onesta>, consapevole degli haters ma con una corazza in più rispetto a prima, grazie alla musica e al successo. Di sicuro BigMama è una tipa autoironica perché a proposito delle sue unghie nere lunghissime da strega, ha ammesso: <Per fare il bidet non sono comode>. Poi ha voluto lanciare un messaggio a tutte le donne, affinché denuncino le violenze, ha baciato sulla bocca le tre amiche (lei è bisessuale) e il suo direttore d'orchestra ci ha messo il carico con la scritta sulla mano: <Fuck patriarcato>. Insomma, il messaggio femminista Lgbt, dal Festival, è arrivato. Ma al di là del contorno fluido, la canzone merita perché è la sua storia e anche lì ci sono tanti spunti.
"È facile distruggere i più fragili.
Colpire e poi affondare chi è solo.
Guarda me
Adesso sono un’altra
La rabbia non ti basta,
Hai cose da dire
Se ti perdi segui me
Quel vuoto non ti calma
È il buio che ti mangia e non ti fa dormire
Credere nei propri sogni salva
Se vuoi ballare balla
Non puoi sparire
Se ti perdi segui me"