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Donne Pd in crisi di nervi, mentre Giorgia va...

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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La settimana politica si chiude con la grana sarda risolta (passo indietro di Solinas, via libera ufficiale a Paolo Truzzu) e un centrodestra comunque unito, mentre a sinistra proseguono le montagne russe: tutti in ordine sparso. Il ritiro super lusso del Pd a Gubbio ha fatto discutere più per la richiesta di sauna che non c'era, mentre i deputati dem l'avrebbero molto gradita, che per la presenza della segretaria. Elly Schlein, infatti, doveva andare il giorno prima ma è stata al cinema e quindi ha mancato molti dei big riuniti, poi ha dato la sua personale ricetta su politica estera, guerre, fine vita e lotta al fascismo e ai saluti romani senza sciogliere il nodo su una sua possibile candidatura in Europa che sta provocando una crisi di nervi alle donne del Partito democratico, perché sanno che una discesa in campo di Elly, per l'alternanza di genere prevista dal meccanismo elettorale, si traduce in una trappola per loro. Già in 26 hanno sottoscritto un documento in cui chiedono ufficialmente alla leader di non correre in Europa e se è vero che la maggior parte è iscritta a Base riformista, quindi non fedelissime della Schlein, il segnale è chiaro e il malumore investe un po' tutte, anche quelle che per fedeltà non hanno firmato la petizione anti-Elly. Insomma, la vicenda è tutt'altro che secondaria e non si tratta solo di una questione femminile all'interno di un partito che si definisce pluralista e attento alle donne (ma negli ultimi anni non ne ha azzeccata una). Rischia di non andare a buon fine neppure la candidatura di  Chiara Gribaudo, vicepresidente del Pd nonché ex coinquilina della numero uno del Nazareno. Gribaudo, che è di Cuneo, si è fatta avanti per il posto da aspirante governatrice del Piemonte, salvo poi, nel giro di un paio di giorni, dichiarare che se c'è un altro che mette d'accordo Pd e M5s, lei è disposta a farsi da parte. In Piemonte, infatti, c'è un duello tra "Chiare": Gribaudo contro Chiara Appendino, plenipotenziaria grillina in terra sabauda, che non gradisce l'altra in corsa contro Alberto Cirio, meglio forse un civico. E dunque? E' stallo. I vertici fin qui organizzati si sono risolti in un nulla di fatto. Dall'altra parte, invece, Giorgia Meloni procede spedita forte di un mandato elettorale che la rende leader non solo di Fratelli d'Italia, ma anche del centrodestra, oltre che capo del governo, Morale: decide lei, e in questo momento gli alleati (uomini) hanno davvero ben poco margine di manovra. Insomma, Giorgia Meloni si conferma in vetta ai sondaggi e difficilmente scalfibile da una opposizione frammentata, incerta, fuori dai radar. Perfino nelle pubblicità il brand "Giorgia" è sinonimo di successo. L'altro giorno un amico mi ha mandato la foto di un enorme cartellone pubblicitario comparso nella metropolitana di Milano.  Si vede una ragazza e una scritta accanto: "Giorgia può lavorare in tutto il mondo. Anche tu puoi".  Chissà perché non c'è scritto Elly...   

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