Una Maxxi Maraini
Spiace tornare sul caso della polemica al Maxxi di Roma con show condito di parolacce di Vittorio Sgarbi aizzato dal suo amico artista provocatore Marco Castoldi, al secolo Morgan. Spiace, ma tocca farlo perché al coro degli indignados che si appellano al ministro Sangiuliano affinché cacci il sottosegretario, che appena può tira sempre fuori il ca...o (metaforicamente parlando), si è aggiunto quello delle signore femministe, vestali della cultura progressista, giustamente scandalizzate dalle intemperanze del critico d'arte, poco elegante e volgare nel fare l'elenco, come fosse al bar, delle sue conquiste oltre a quelle dei vari leader politici. Giustamente perché la bassezza degli argomenti non fa onore all'intelligenza di Sgarbi, superlativo come esperto d'arte, molto meno nel vantarsi di quanto abbia usato il membro, <che è l'organo che serve a penetrare...> e di quanto <sia zoccola la prostata>, eccetera eccetera. Ma il fatto che Cristina Comencini, raffinata regista della sinistra veltroniana e oggi calendiana (è madre del leader di Azione, Carlo Calenda), abbia dichiarato di non volere più andare a presentare il suo libro al Maxxi in segno di protesta è il segno che forse alla fine ha ragione proprio quel soggettone di Sgarbi quando si scaglia contro il politicamente corretto e <i radical chic> che vogliono censurarlo. Al cospetto dei quali lui non si pente affatto, non chiede scusa, ma anzi rilancia, tanto ormai fa parte del suo gioco. Più avanti di tutti e tutte, a nostro parere, è quindi Dacia Maraini, una scrittrice che non può certo dirsi fan dello scatenato Vittorio né degli esecutivi di destra. Femminista, amica della Comencini che dice di <stimare tantissimo>, Maraini ha un altro libro in uscita, ma non ha annullato la presentazione al Maxxi di Roma <perché credo che non si debbano punire i luoghi dove si fa cultura. Bisogna stare dentro i luoghi di cultura e battersi, è l'unico modo per difenderli>, ha detto intervistata dall'Adn. <Il Maxxi è un luogo che mi appartiene e che appartiene a tutti noi e quindi va onorato con la presenza e non con l'assenza>. In quanto alla serata "incriminata" con Sgarbi e Morgan, <una persona che rappresenta il Paese lo rappresenta sempre e deve mantenere un decoro linguistico e di comportamento>. Il Maxxi merita rispetto. E il presidente Alessandro Giuli lo sa benissimo.