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Onoriamo Tatiana, più che l'8 marzo

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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Mentre si conclude questo altro 8 marzo di celebrazioni, frasi fatte e retorica, macchiato in Italia dall'ennesimo femminicidio di una donna, una sessantenne calabrese trovata senza vita dal figlio, le agenzie ci riportano la storia straziante di Tatiana Perebeynos. Tatiana nelle foto che rimbalzano sui social è bionda, sorridente e piena di vita: in realtà il mondo ha visto il suo cadavere straziato a terra, infagottato in un giaccone per ripararsi dal freddo, accanto i suoi figli adolescenti, Alise e Nikita e un uomo, anche lui morto, con cui stavano scappando. Tatiana è la mamma che i soldati russi non hanno esitato a fucilare come un cane sulla pubblica piazza. Probabilmente non le hanno dato neppure il tempo di dire mezza parola, di spiegare, di chiedere pietà, lasciatemi andare. L'hanno uccisa così. E hanno sterminato la sua famiglia, i suoi amori più grandi, i figli in fuga come lei da Irpin. Il New York ha pubblicato l'immagine dell'orrore e oggi arriva il volto felice di questa operaia ucraina che non era fuggita prima dalla sua città perché si stava occupando di sua madre malata. Che sarà, adesso, dell'anziana genitrice di Tatiana, della nonna dei due ragazzi? Le avranno detto che sono stati ammazzati, che non li vedrà mai più? Che nessuno di loro tornerà a curarla? E' una tragedia nella tragedia quella  di Tatiana su cui anche il presidente Zelensky si è pronunciato promettendo di dare la caccia e uccidere <ogni bastardo> responsabile di questo nucleo familiare vittima dell'esercito russo. <Non ci sono parole per descrivere il nostro dolore o per riparare il nostro dolore>, ha detto Mikita Mikado, un investitore nella start-up in cui la donna ucraina era impiegata. <Per noi è fondamentale non lasciare che Tania e i suoi figli Alise e Nikita rimangano solo statistiche. L'esercito russo è criminale e dovrebbe essere fermato>. Ecco, questo 8 marzo sia per questa mamma e i suoi figli trucidati senza pietà, per sua madre malata. Per tutte le donne ammazzate da questa guerra senza senso. 

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