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Rosso donna: la Benemerita e la Guardia alta contro la violenza

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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 Colosseo illuminato di rosso per le donne  Foto:  Colosseo illuminato di rosso per le donne 
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Mentre i monumenti in tutto il mondo si colorano di rosso e i leader politici si sperticano in dichiarazioni a favore del genere femminile, riscontriamo che a ogni 25 novembre la musica non cambia: femminicidi e le molestie ci sono sempre, forse meno denunciati perché a causa del lockdown e della pandemia le donne sono costrette a stare a casa con il presunto aggressore e quindi denunciano meno. Quello che cambia, però, è l'impegno dei centri anti-violenza, delle associazioni e delle forze dell'ordine che hanno cominciato ormai a capire i segnali e a creare sezioni ad hoc per arginare il fenomeno e insistere con le campagne di sensibilizzazione. L'Arma dei Carabinieri, ad esempio, ha rafforzato la Sezione Atti Persecutori, collocata nell'ambito del Raggruppamento Carabinieri investigazioni Scientifiche, che da oltre dieci anni svolge attività di studio e analisi del fenomeno elaborando valutazioni sui "fattori di rischio" in favore dei reparti operanti e programmi di formazione del personale. Dal 2014, poi, è stata creata la "Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere", strutturata su ufficiali di polizia giudiziaria, cioè marescialli e brigadieri. Nel 2016, inoltre, è stato siglato un Accordo tra i ministri della Difesa e per le Pari Opportunità che ha formato personale della presidenza del Consiglio dei ministri e operatori del numero anti-violenza 1522.  Non solo. Sul territorio nazionale, in collaborazione con Soroptimist International d'Italia, sono stati allestiti all'interno di varie caserme dell'Arma (l'ultima quella di via In Selci a Roma)  dei locali apposta per l'ascolto delle donne vittime di violenza con un progetto che si chiama "Una stanza tutta per sé". Lo scorso 8 gennaio, inoltre, è stato siglato un protocollo d'intesa con l'associazione "Vite senza Paura" presieduta da Maria Grazia Cucinotta e in collaborazione con il Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi sono stati formati centinaia di militari. Infine, l'Arma e la Polizia di Stato insieme hanno realizzato il sistema Scudo, una banca dati dedicata al tema.  Quindi i numeri: 12.138 atti persecutori perseguiti dai carabinieri nel 2020, 9.918 nei primi dieci mesi del 2021. Nel 2020, per reati di violenza sessuale, sono stati arrestati 935 uomini, mentre nei primi dieci mesi dell'anno in corso gli uomini finiti in manette sono stati 858 e 2.640 sono stati gli arrestati per maltrattamenti in famiglia.  

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