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Quanto costa la libertà delle donne

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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La cifra, 400 euro al massimo, non cambia la vita, ma è un inizio: si tratta del reddito di libertà per le donne maltrattate. Un sussidio varato del governo, che cambia in base a quanti figli ci sono, se ci sono, e alla situazione  di ognuna. Viene elargito dall'Inps, come il reddito di cittadinanza che è già in vigore dal 2019 e finora è andato nelle tasche anche di tanti che non ne avevano alcun diritto. Stavolta si è cercato di colmare un vuoto e di dare una possibilità a tutte quelle mogli, compagne, conviventi che non riescono ad allontanarsi da un uomo violento perché non hanno neppure i soldi per mangiare. In sintesi, a questo serve il reddito di libertà, oltre a segnare un piccolo risarcimento morale a tutte le donne dopo anni di annunci seguiti al femminicidio di turno senza che mai davvero alle parole seguissero i fatti. Il reddito di libertà è destinato esclusivamente al genere femminile, a donne sole o madri di figli minori, seguite dai centri anti-violenza riconosciuti dalle Regioni, che da soli non bastano a fare uscire dal tunnel ragazze maltrattate e abusate. Il fondo è appena stato incrementato con 3 milioni di euro. E' destinato anche a extracomunitarie in possesso di regolare permesso di soggiorno. 

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