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La solitudine di Virginia Raggi, come leggere il suo ultimo discorso
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Finisce l'era Raggi in Campidoglio, ma la grillina nel suo discorso di commiato ha i toni duri di chi intende andare avanti con la politica, nessuna intenzione di tornare alla sua precedente vita di avvocato a Roma. Del resto, nel momento in cui è entrata nel Comitato di Garanzia del M5S targato Conte, fortemente voluta da Grillo, già si era capito che la prima cittadina donna della storia capitolina stava pensando a un piano B in caso di sconfitta. Un ruolo nel Movimento a livello nazionale, magari perfino un incarico da leader per poter insidiare Conte che, guarda caso, ieri sera si è precipitato a festeggiare insieme al neosindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e non è certo rimasto accanto alla "sua" Virginia nel momento più duro, quello dell'addio. Anche Gigino Di Maio era a Napoli a celebrare Manfredi e il dettaglio non è trascurabile perché l'ex rettore della Federico II non è neppure un tesserato M5S, non è mai stato grillino, però è uno che ha vinto in maniera schiacciante al primo turno e quindi a lui si attaccano ora i grillini per nascondere un flop clamoroso. Si è precipitato a Napoli pure il presidente della Camera Roberto Fico e non solo perché è napoletano, ma per esserci con il vincitore Manfredi. Alla Raggi non sfugge di essere rimasta sola, Di Maio le manda a dire che quelli che hanno strizzato ai No Vax hanno perso e chissà se la bordata era indirizzata alla sindaca uscente o a quelli del centrodestra. Virginia è stizzita, più magra e tirata del solito, assicura che i suoi voti (109172 pari al 19,72%, tanti, troppi per come ha lasciato la città) non sono in svendita perché i "cittadini non sono mandrie da spostare". Insomma, non darà indicazioni per il ballottaggio che si giocherà tra Michetti e Gualtieri, ma le sue parole negli stessi minuti sono smentite da Conte che, invece, da Napoli assicura che <si valuterà caso per caso>. Poi se ne va ringraziando le periferie <il mio cuore è lì>. E avverte il successore: <Noi abbiamo fatto risorgere Roma. Chi arriverà dopo di noi, non ha scuse. Vigileremo>.
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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