Il governo "forma" casalinghe: nei meandri del decreto agosto
L'intento, in sé, può anche essere condivisibile, ma la comunicazione vacilla. Il governo ha annunciato con una trionfale conferenza stampa (come al solito in orario notturno), che nel Decreto Agosto sono in arrivo 3 milioni per "formare" le casalinghe. A parlare sul tema è stata la ministra per la famiglia Elena Bonetti, tutta soddisfatta, perché era un provvedimento a cui lei teneva tanto ed è felice che sia passato. Ma come si può "formare" le casalinghe? La ministra (di Italia Viva) parla di empowerment femminile, di autonomia delle donne, di gap deve essere colmato e, per carità, detto così non si può che essere d'accordo perché anche le mogli e le madri o le single che non hanno un lavoro fuori casa ma si dedicano alle faccende domestiche, devono poter avere qualche soldino in tasca per essere indipendenti. Ma da che mondo è mondo non si "formano casalinghe", non ci sono corsi per passare la scopa o per lavare i piatti o per rifare i letti. S'impara guardando le altre mamme e nonne e rimboccandosi le maniche quando i mariti escono e lasciano da sole le consorti, angeli del focolaio. Allora, forse la Bonetti intendeva dire che i 3 milioni serviranno a cercare un'attività extra a queste casalinghe disperate che sono stufe di aspettare che l'uomo torni stirando camicie e girando il sugo in cucina. Immagine stereotipata e non più al passo con i tempi, comunque. La Bonetti forse dovrebbe aggiornarsi. Oggi le casalinghe non ci sono quasi più. Anzi, è più probabile che ci siano i "casalinghi": cioè le donne portano a casa la pagnotta e si mantengono da un pezzo, a volte sono proprio i maschi a stare a casa con la prole. Quindi questi 3 milioni sono indirizzati anche a loro oppure no? Cercheremo di capire meglio. Ma intanto il provvedimento è destinato a fare discutere.