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Pier Ferdinando Casini, preghierina-Quirinale: "Ho deciso di non fare più niente". Mavalà...

Andrea Tempestini
Andrea Tempestini

Milanese convinto, classe 1986, a "Libero" dal 2010, vicedirettore e digital editor. Il mio sogno frustrato è l'Nba. Adoro Vespe, gatti, negroni e mr. Panofsky.

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Devo ammettere di non aver mai creduto fino in fondo alla possibilità che Pier Ferdinando Casini possa diventare il prossimo presidente della Repubblica. E continuo a non crederci, con la possibilità di essere smentito in tempo quasi-zero. Per carità, persona degna di stima. Ma Casini, davvero? Intendiamoci, rispettabilissimo, ci sarebbe poco da ridire. Ma scorriamo questi nomi: De Nicola, Einaudi, Gronchi, Segni, Saragat, Leone, Pertini, Cossiga, Scalfaro, Ciampi, Napolitano, Mattarella. 

Tutti nomi che, anche solo per il fatto di appartenere a un altro tempo, hanno concesso ben poco al "pop". Due possibili eccezioni, vaghe e tendenziose: Cossiga, che aveva un carattere e uno standing differente da tutti gli altri; Pertini giusto per la foto dello scopone con Zoff vs Causio-Bearzot nell'aereo del trionfo Mundial (istantanee dal momento più "pop"-olare per definizione, "campioni del Mondo").

Il punto è che Casini, sarà che abita questo tempo, è diverso. Lo è sempre stato. Figurarsi ora che su Instagram può mostrarsi con mascherina rossa a coprirgli tutta la faccia; figurarsi ora che su Instagram può mostrasi all'hub vaccinale con la maglietta "non ho cugini", una dedica alla Virtus Bologna. Un problema? Nemmeno per idea. Solo che mi torna in mente sempre la stessa domanda: ma davvero, Casini? Spero di aver circostanziato quel "davvero": non boria e presunzione, solo stupore per la "disruption" (trova le differenze con Mattarella).

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Poi, il politico è di razza. Anche un poco stagionata: primo ingresso in Parlamento 38 anni fa (eppure sembra ancora così "gggiovane", per il Quirinale). E il politico di razza (due giorni dopo il post acchiappa-stomaco con dichiarazione d'amore ovviamente alla politica) oggi, 27 gennaio, si spende in una preghierina (politica) sulle pagine di Repubblica. Già, Casini ha risposto al cellulare, non lo faceva da tempo: "A questo punto, dal punto di vista istituzionale, io sono soggetto passivo e non attivo. Sto a casa con le mie figlie. Ho deciso di non parlare più, di non mandare messaggi, di non fare più niente". 

Non è chiaro a chi si rivolga l'ex diccì, forse a se stesso o forse a un'entità - per ora - trascendente (Q*******e). Perché di quella frase non è vero niente: non è vero che sia passivo (tra i "candidati", questa settimana, è stato forse il più attivo); non è vero che non parla più (nega di farlo mentre lo sta facendo e continuerà a farlo); non è vero che non farà più niente; possibile che stia a casa con le figlie?

Preghierina, preghierina...

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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