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Tolta Piccola Nazareth a Don Minutella: boomerang per Bergoglio

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Durante una diretta pomeridiana sul canale Radio Domina Nostra, ieri, 6 giugno 2024, don Alessandro Minutella ha annunciato ai fedeli che il Comune di Carini requisirà entro 60 giorni il suo centro “Piccola Nazareth”. Inoltre, anche don Ramon Guidetti, il sacerdote toscano che il 31 dicembre scorso aveva pubblicamente dichiarato QUI  che Bergoglio è antipapa e usurpatore del trono petrino, dopo essere stato presuntamente scomunicato dovrebbe essere presuntamente ridotto allo stato laicale.

La chiesa bergogliana persegue nella sua fallimentare strategia di persecuzione del teologo siciliano e dei sacerdoti del Sodalizio Sacerdotale mariano. Una brutalità simile a quella con cui Bergoglio fece espiantare la vigna di papa Benedetto XVI, QUI   ma la vigna di don Minutella ha la particolarità che più la si taglia, e più ricresce.

Infatti, per il sacerdote, che da tempo aveva comprato il terreno a fianco, l’unica seccatura sarà quella di fare un trasloco di pochi metri e – probabilmente - ricostruirvi una cappella simile, più bella. Il centro rimarrà tale e quale, semmai potenziato.

Peraltro, la dice lunga il fatto che ad essere perseguitato sia sempre e solo don Minutella: l’unico che dice che Bergoglio non è il papa.

Per esempio, Mons. Viganò che, pure, di recente ha fatto QUI dichiarazioni terribili, su presunti abusi compiuti da Bergoglio in Argentina ai danni di seminaristi, non viene sfiorato dalla minima sanzione canonica. Sarà perché Vigano ha affermato, mesi fa, in modo categorico “non possiamo dire che Bergoglio non è il papa”? (Peraltro, Viganò non ha smentito la notizia di essersi fatto riconsacrare vescovo dallo scismatico Mons. Williamson, cosa che lo scomunicherebbe latae sententiae, ma anche per questo, non è arrivato alcun provvedimento).

“Toccatemi tutto, ma non la mia legittimità”, sembra dire Francesco. Il tasto dolente è proprio quello, e la verità fa male, malissimo a Santa Marta. Soprattutto dopo le ultime uscite “naif”, in Vaticano, dove la questione della sede impedita è il Segreto di Pulcinella, non lo reggono più.

Cogliendo l’occasione della 115esima conferenza a Palermo su Codice Ratzinger, lo scrivente era stato pochi mesi fa a Carini, a visitare il centro di Piccola Nazareth. Un minuscolo appezzamento, tenuto lindo come un orto monastico, dove vivono una dozzina di consacrate, più o meno dai 30 ai 60 anni. Diverse fra loro sono laureate, non si considerano affatto suore, anche se affettuosamente vengono chiamate “suorine”, ma vivono come in una famiglia, in preghiera, raccolte intorno a una bella cappella dedicata alla Madonna. Le abbiamo conosciute: persone equilibrate, semplici e di fede.  Naturalmente don Minutella non vive lì, ma abita a Cinisi per conto suo anche se alcuni media periodicamente inviano improbabili giornalisti d’assalto che cercano di provocare il sacerdote guardandosi bene dall’affrontare la Magna Quaestio: la legittimità di Bergoglio.

La velina è: "massacrate don Minutella, ma non osate sollevare la tematica del motivo per cui sarebbe stato scomunicato-spretato".

Comunque un “grande peccato” sembrerebbe proprio avercelo Piccola Nazareth: un muro della cappella che, come abbiamo appreso, era oggetto da tempo di una contestazione edilizia. Un pugno di metri quadri che dovevano delimitare un pronao con arcate e invece sono stati chiusi, dato che la cappella è frequentatissima e non si voleva lasciare la gente all’aperto. Questo il “grande abuso edilizio” di Piccola Nazareth, peraltro in un territorio come quello siciliano.

 

 

La faccenda burocratica è stata però gestita maluccio ed oggi i nemici di don Minutella si sono ferocemente attaccati a questa minuscola irregolarità per espropriargli l’intero centro di preghiera.

Un clamoroso boomerang che evidenzia l’ottusa strategia persecutoria dei nemici del reverendo.

Fin dall’inizio i bergogliani hanno sbagliato tutto con don Minutella. Avevano sottovalutato completamente l’uomo e il sacerdote. In termini puramente strategici avrebbero dovuto sì fargli il vuoto intorno, ma non prima di averlo contestato nel merito, anche magari propinando qualche grammelot canonico, tipo la sempreverde bufala della sinonimia tra munus e ministerium. Inoltre, non avrebbero dovuto scomunicarlo, per mantenere comunque su di lui un certo controllo. E invece lo hanno fatto perseguitare da varie televisioni, che non hanno fatto altro che dargli notorietà e accattivargli le simpatie di sempre più fedeli. Un vero disastro.

Per don Minutella, il martirio è come una ciotola di miele per un orso, e infatti il popolo cattolico rimasto fedele alla Chiesa papale ha triplicato il sostegno per il sacerdote.  A Firenze, il 9, per la giornata internazionale di preghiera, si prevede una fiumana di partecipanti. In molti fra il “Piccolo resto” vogliono ravvisare in lui una figura escatologica, il cosiddetto “Grande Prelato”, ma lui stesso ha sempre rifiutato qualsiasi tipo di “incoronazione” pubblica affidandosi alle Volontà superiori. Don Minutella resta fedele alla Chiesa, in attesa della sua liberazione che, a suo dire, non tarderà.

TARANTO

 

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