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Passo falso di Bergoglio? Sulla 5ª votazione irregolare

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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In tanti hanno considerato le ultime uscite “vernacolari” o politicamente scorrette di Bergoglio delle gaffe, ma queste sono niente in confronto a quello che sembra un AUTOGOL da lui stesso compiuto con la pubblicazione del libro intervista “El Sucesor”, (2024) guarda caso, per ora non tradotto in italiano. Un libro di banale propaganda QUI in cui si insiste ossessivamente - e in modo subliminale - sul concetto di predecessore-successore per convincere i lettori del fatto che nel 2013 vi sia stata una legittima successione petrina. Pia illusione. 

 

 

Un lettore ci ha fatto privatamente dono di una traduzione completa da cui emerge una clamorosa ammissione di Francesco che, ancora una volta, renderebbe nulla e invalida la sua elezione, persino se, per assurdo, si volesse considerare legittimo il conclave 2013, cosa mai avvenuta, come noto, per la mancata abdicazione al munus petrino di Benedetto XVI. (Canoni 332 §2 e 188).

Fino ad oggi era stata solo una diceria giornalistica, mai provata, dato che il Conclave è coperto dal segreto assoluto, ma con In “El Sucesor” lo stesso Bergoglio, (che si considera sciolto dall’obbligo di segretezza), sembra confermare di persona che, il 13 marzo 2013, nel secondo giorno di conclave, fu “eletto”, con una quinta elezione del tutto irregolare dopo l’irregolare annullamento della votazione precedente.

Infatti, la costituzione Universi Dominici Gregis promulgata da Giovanni Paolo II, che impone regole strettissime per la vacanza della Sede e l’elezione del Papa, prevede (art. 63*) che dopo il primo giorno di conclave, nei giorni successivi si dovranno tenere solo quattro votazioni al giorno, due al mattino e due al pomeriggio*.

Già nel 2013 la giornalista argentina Elisabetta Piquet, del quotidiano La Naciòn, nel suo libro “Francesco, vita e rivoluzione” descrisse l’andamento delle votazioni del secondo giorno di conclave, il 13 marzo 2013, riferendo, con noncuranza, un fatto fondamentale.

«Dopo la votazione e prima della lettura dei foglietti, il cardinale scrutatore, che per prima cosa mescola i foglietti deposti nell’urna, si accorge che ce n’è uno in più: sono 116 e non 115 come dovrebbero essere. Sembra che, per errore, un porporato abbia deposto due foglietti nell’urna: uno con il nome del suo prescelto e uno in bianco, che era rimasto attaccato al primo. Cose che succedono. Niente da fare, questa votazione viene subito annullata, i foglietti verranno bruciati più tardi senza essere stati visti”, e si procede a una sesta votazione (la Piquet conta anche la votazione singola del giorno precedente, il 12, cioè dall’inizio del conclave n.d.r.)».

Sarà da questa quinta votazione nello stesso giorno che sarà “eletto” Bergoglio. Perché non hanno aspettato il giorno dopo e hanno insistito proprio per quel 13/03/2013?  (1+3+3+2+1+3=13).

Ora, l’articolo 69 della Universi Dominici Gregis, pare in modo nient’affatto casuale, contempla esattamente questa possibilità: se gli scrutatori trovano due schede piegate in modo da sembrare compilate da un solo elettore, questa non deve essere annullata. Infatti, conferma l’art. 68 che se c’è una scheda in meno o in più bisogna procedere subito ad una seconda votazione, considerando valida la precedente.

Questa della doppia scheda, sembrerebbe proprio una norma-leva di emergenza creata apposta da Ratzinger-Wojtyla per dare la possibilità a qualche cardinale elettore di far saltare una giornata di conclave che magari sta prendendo una brutta piega.

Comunque, la prima violazione delle norme, in quel 13 marzo 2013, sarebbe stata, secondo alcuni osservatori, l’aver annullato una votazione che doveva essere ritenuta valida e scrutinata.

La seconda violazione sarebbe stata quella per cui, annullando quella votazione si sarebbe proceduto alla quinta di quel giorno in modo del tutto illegittimo.

Ma è davvero così grave? Sembra proprio di sì, dato che l’articolo 76 della Universi Dominici Gregis è inflessibile: «Se l’elezione fosse avvenuta altrimenti da come è prescritto nella presente Costituzione o non fossero state osservate le condizioni qui stabilite, l’elezione è per ciò stesso nulla e invalida, senza che intervenga alcuna dichiarazione in proposito e, quindi, essa non conferisce alcun diritto alla persona eletta»”.

Alcuni osservatori da anni hanno trattato di questa vicenda, ma l’enorme problema era che il conclave è coperto da segreto, come dicevamo, e le indiscrezioni di una giornalista, per quanto non smentite, valgono poco.

Adesso però, come abbiamo scoperto, Bergoglio nel libro “El Sucesor”, così risponde al vaticanista Javier Martinez Brocal*. 

Brocal: “Immagino che volle rassicurarla, ma anche assicurarsi che avrebbe accettato se eletto”.

Bergoglio: “Seguì un secondo scrutinio, (del pomeriggio n.dr,) ma fu dichiarato non valido prima del riconteggio, poiché uno di noi aveva erroneamente inserito due schede invece di una. L'abbiamo ripetuto e poi fui eletto. Quando superai i due terzi dei voti, mentre lo spoglio continuava, Cláudio Hummes si avvicinò di nuovo a me, mi diede un bacio e mi disse: "Non dimenticare i poveri". Ecco perché ho scelto il nome Francesco. Questo è quello che ricordo di quel pomeriggio nella Cappella Sistina”.

 

 

Come leggete, Bergoglio in persona conferma l’episodio riferito dalla giornalista Piquet nel 2013, con la doppia scheda, l’annullamento indebito della votazione e la quinta elezione illegittima della giornata.

E se lo dice lo stesso Bergoglio, ci si può credere.

Quindi, oltre alla sede impedita di Benedetto XVI e alla nullità della Declaratio non a norma del can. 332 §2 per mancata rinuncia al munus petrino, che hanno reso abusivo e nullo il conclave 2013, quand’anche lo si volesse a tutti costi considerare legittimo, la quinta elezione irregolare ammessa da Bergoglio spargerebbe il sale sulla validità della sua elezione. Nessuna “accettazione pacifica universale” potrebbe mai sanare l’abuso perché l’art. 3 della Universi sancisce che i cardinali hanno il dovere di far rispettare i diritti della Sede Apostolica e non farli decadere.

Come mai questo passo falso così grossolano e plateale da parte di Bergoglio? Semplice distrazione, hybris da “obbligo di verità” massonico, oppure una mossa alla “Muoia Sansone con tutti i Filisteiper intimidire i cardinali nemici? L’intento potrebbe essere quello di far intendere ad alcuni cardinali pre 2013 qualcosa tipo: “Se mi mettete in impeachement, vi porto giù con me, dato che voi stessi siete stati complici dell’irregolarità”.

Una mossa apparentemente piuttosto blanda, dato che la responsabilità di questa quinta elezione irregolare sarebbe principalmente dei tre scrutatori e dei tre revisori. Magari fra loro c’era qualche nemico attuale di Bergoglio? Un card. Burke, o un card. Sarah, che Francesco teme possano far saltare il banco?

Non bisogna sottovalutare l’uomo. Commette alcune gaffe clamorose in modo estemporaneo, ma in quello che mette per iscritto è molto calcolatore.  Potrebbe anche trattarsi di una trappola, di un invito ai suoi nemici a intraprendere una strada senza uscita, per la quale lui ha già pronta la soluzione. 

Indagheremo. 

 

*Riportiamo gli articoli citati della Universi Dominici Gregis

 

63. All'elezione si procederà immediatamente dopo che siano stati espletati gli adempimenti di cui al n. 54 della presente Costituzione. Qualora ciò avvenga già nel pomeriggio del primo giorno, si avrà un solo scrutinio; nei giorni successivi, poi, se l'elezione non s'è avuta al primo scrutinio, si dovranno tenere due votazioni sia al mattino sia al pomeriggio, dando sempre inizio alle operazioni di voto all'ora già precedentemente stabilita o nelle Congregazioni preparatorie o durante il periodo dell'elezione, secondo tuttavia le modalità stabilite nei nn. 64 e seguenti della presente Costituzione.

68. Dopo che tutti i Cardinali elettori avranno deposto la loro scheda nell'urna, il primo Scrutatore l'agita più volte per mescolare le schede e, subito dopo, l'ultimo Scrutatore procede al conteggio di esse, prendendole in maniera visibile una ad una dall'urna e riponendole in un altro recipiente vuoto, già preparato a tale scopo. Se il numero delle schede non corrisponde al numero degli elettori, bisogna bruciarle tutte e procedere subito ad una seconda votazione; se invece corrisponde al numero degli elettori, segue lo spoglio così come appresso.

69. Gli Scrutatori siedono ad un tavolo posto davanti all'altare: il primo di essi prende una scheda, la apre, osserva il nome dell'eletto, e la passa al secondo Scrutatore che, accertato a sua volta il nome dell'eletto, la passa al terzo, il quale la legge a voce alta e intelligibile, in modo che tutti gli elettori presenti possano segnare il voto su un apposito foglio. Egli stesso annota il nome letto nella scheda. Qualora nello spoglio dei voti gli Scrutatori trovassero due schede piegate in modo da sembrare compilate da un solo elettore, se esse portano lo stesso nome vanno conteggiate per un solo voto, se invece portano due nomi diversi, nessuno dei due voti sarà valido; tuttavia, in nessuno dei due casi viene annullata la votazione.

Concluso lo spoglio delle schede, gli Scrutatori fanno la somma dei voti ottenuti dai vari nomi, e li annotano su un foglio a parte. L'ultimo degli Scrutatori, man mano che legge le schede, le perfora con un ago nel punto in cui si trova la parola Eligo, e le inserisce in un filo, affinché possano essere più sicuramente conservate. Al termine della lettura dei nomi, i capi del filo vengono legati con un nodo, e le schede così vengono poste in un recipiente o ad un lato della mensa.

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