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Gänswein e le due “sporcizie” nella Chiesa che affliggevano Ratzinger

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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L’altro ieri a Bergamo, in conferenza, Mons. Gaenswein ha citato, per la prima volta dopo sei anni, un concetto di cui abbiamo scritto appena dieci giorni fa QUI .

Citiamo dal pezzo di Fabio Paravisi sul Corriere della Sera: “Il segretario di Papa Ratzinger ospite per un giorno in una parrocchia di periferia di Bergamo celebra il ricordo del Pontefice un anno dopo la scomparsa: «LA SPORCIZIA NELLA CHIESA È IL SUO GROSSO PROBLEMA», dice il monsignore”.

Innanzitutto, perché usa l’ausiliare al presente? Sarà solo la difficoltà nell’italiano? Forse sì, forse no, come vedremo.

Per capire di quale sporcizia si tratta – dato che Gaenswein non ne specifica la natura - dobbiamo tornare a un messaggio in “restrizione mentale larga” (vulgo “Codice Ratzinger”)che papa Benedetto inserì in Ultime conversazioni (Garzanti 2016).

Seewald. “Nella già citata Via crucis al Colosseo del Venerdì Santo del 2005 lei parlò della SPORCIZIA presente nella Chiesa. Si riferiva già allora ai casi di abuso?

Benedetto XVI: “C’erano ANCHE quelli, ma ho pensato a TANTE COSE. Un cardinale della Congregazione per la dottrina della fede viene a conoscenza di così tanti particolari, perché tutti gli SCANDALI ARRIVANO LÌ, che bisogna possedere una grande forza d’animo per sopportare. Che nella Chiesa ci sia della sporcizia è cosa nota, ma quello che deve digerire il capo della Congregazione per la dottrina della fede va molto oltre e pertanto volevo semplicemente pregare il Signore che ci aiutasse”.

Seewald: “Molti pensano che Giovanni Paolo ii non abbia affrontato il problema in modo sufficientemente aggressivo.

Benedetto XVI: “Dipende sempre dalle informazioni che si hanno. Quando fu sufficientemente informato e vide cosa stava accadendo fu assolutamente convinto che bisognava affrontare la situazione con polso. La realtà è che sulla base del diritto canonico vigente non era possibile comminare grosse PUNIZIONI. Io dissi che avevamo bisogno di emendamenti. il papa mi concesse immediatamente mano libera. Abbiamo creato NUOVE NORME E STRUTTURE GIURIDICHE. Solo così si poteva affrontare la questione”.

Ci sono quindi, DUE SPORCIZIE. Papa Benedetto si riferisce con la parola “sporcizia”, quindi, NON SOLO AGLI ABUSI, che sono cosa nota, ma anche ad ALTRE NON MEGLIO SPECIFICATE COSE, le quali sono di una gravità ancora peggiore rispetto ai noti abusi. E cosa ci può essere di più grave di questi ultimi?

Per entrambe le sporcizie, però nel 1983 ha creato nuove norme e strutture giuridiche. Per quanto riguarda la pedofilia, modificò il diritto canonico del 1917 consentendo alla Chiesa di ridurre allo stato laicale l’abusatore QUI ,  Can. 1395, § 2: “Il chierico che abbia commesso altri delitti contro il sesto precetto del Decalogo, se invero il delitto sia stato compiuto con violenza, o minacce, o pubblicamente, o con un minore al di sotto dei 16 anni, sia punito con giuste pene, non esclusa la dimissione dallo stato clericale, se il caso lo comporti”.

Ma nel nuovo Diritto canonico del 1983, Ratzinger fece anche altri cambiamenti, come inserire, nel can. 332.2, la necessità per il papa abdicatario di rinunciare al MUNUS PETRINO. Guarda caso, lui nella sua Declaratio non l’ha mai fatto. Guarda caso, nella costituzione Universi Dominici Gregis, scritta da Ratzinger nel ’96 si trova il combinato disposto fra gli artt. 76 e 77 il quale sancisce che se la sede non è rimasta vacante per rinuncia del Pontefice proprio a norma del can. 332.2, l’elezione è nulla e invalida.

 

 

Ne segue “more geometrico” che la seconda sporcizia non meglio identificata, ancora più grave degli abusi, e meritevole di grosse punizioni, non può che essere quella fronda interna che mirava alla conquista del papato.

E noi sappiamo storicamente, che solo la massoneria ecclesiastica mirava alla conquista del papato.

Guarda caso, Bergoglio oggi si è scoperto essere stato reso antipapa proprio da quel canone 332.2 non rispettato nella Declaratio di Ratzinger. Guarda caso, Bergoglio indossa al collo un buon pastore rosacrociano con le braccia incrociate, è stato lodato da 70 logge massoniche internazionali, parla in continuazione di “fratellanza”, si mette sempre la mano sul cuore come i massoni, fa visita a Napolitano (accusato di far parte della Urlodge americana Three Eyes dal – mai smentito - massone Gioele Magaldi) e appoggia tutti i potentati mondialisti legati alla massoneria internazionale. Guarda caso, un prete come don Ramon Guidetti si è fatto perfino scomunicare per aver gridato al mondo che Bergoglio è un antipapa usurpatore massone. QUI troverete la sua omelia.  

Guarda caso, Gaenswein usa l’ausiliare al presente: il problema di papa Benedetto E’ la sporcizia nella Chiesa. Non sarà che l’usurpazione del papato da parte della massoneria ecclesiastica ancora non permette che Benedetto venga riconosciuto come ultimo legittimo Pontefice? E che quindi questa sporcizia costituisce ancor oggi un problema per il vero papa ?  

Ancor più significativo, nel seguito dell’intervista, dove dice che papa Benedetto «già da cardinale aveva visto che il grosso problema della Chiesa non sono le persecuzioni o gli attacchi da fuori MA LA SPORCIZIA CHE È PRODOTTA ALL’INTERNO (non specificata). Questo gli costava molto. Non l’abbiamo mai visto piangere perché era molto controllato e dominava le emozioni ma soffriva».

E poi, parlando delle dimissioni:

«Mi spiegò che aveva lottato e aveva sofferto, ma non aveva più le forze fisiche e psichiche per esercitare quella responsabilità. NON C’ENTRANO le lobby gay, lo Ior, la PEDOFILIA, Vatileaks”.

Ergo, la sporcizia che a Benedetto ha provocato una sofferenza tale da spingerlo a quelle particolarissime dimissioni non era la sporcizia della pedofilia. Per esclusione non può che essere stata la sporcizia della massoneria ecclesiastica.

Lo sappiamo, ci abbiamo studiato per quattro anni.  

Eccellenza, mirabile costrutto in restrizione mentale larga. Però dobbiamo avvertirLa: tali messaggi sono come spolverini di piume sulla pelle di un rinoceronte. Questi qua o proprio non capiscono, o fanno finta di non capire. La foto di lei che sorrideva con Bergoglio, diffusa abilmente da Vatican News è stata una bomba di propaganda: “pace fatta, torna il sereno”.

Lei e papa Benedetto siete “troppo tedeschi”, troppo colti, troppo sottili, troppo logici e raffinati per una platea di gente che insiste col dileggio sul “romanzo alla Dan Brown”, il mantra “Benedetto ha rinunciatoh” e la sinonimia tra munus e ministerium.  Qui neanche le cannonate riescono a scalfire la cupa e colpevole ottusità che grava sulla Magna Quaestio. Alcuni giuristi dicono che il riferimento del Papa Benedetto al Libro di Geremia dove c’è scritto “IO SONO IMPEDITO” (unico caso in tutta la Bibbia) non è significativo ed è casuale. (Canonisti, capisce? Avvocati).

 

 

Come vede, non siamo nella Tubinga dei ruggenti anni ’60. Siamo nell’Italia del 2024, cialtrona, distratta, indifferente, atea, paurosa di tutto, preda di interessi da cortile, inebetita da Sanremo e appiattita su un mainstream in grembiule che spaccia “notizie” buone per il giardino zoologico.

Quello dell’intellighenzia presuntamente cattolica è un mondo pavloviano da criceti; contano solo le emozioni, le immagini, i colori, il meccanismo visione-ricompensa-accettazione sociale, il puntiglio, la rendita di posizione e l’orticello.

I prelati presuntamente amici di papa Benedetto continuano a far finta di non capire, menando il can per l’aia con le “eresie formali e materiali”, i “vizi di consenso”, le “irregolarità nel conclave” etc.

Voi che sapete: o date un colpo di reni significativo, o la situazione non si sblocca, e il prossimo conclave ci regalerà l’antipapa gnostico Giovanni XXIV.

 

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