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Darfo, Gardone, Paratico: tra censure ed endorsement, la marcia di Codice Ratzinger

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Sessantasette: tante sono, con Paratico, le conferenze su “Codice Ratzinger” organizzate in un anno dai cittadini, senza che né l’autore, né l’editore si siano proposti. Un fenomeno editoriale unico che si deve alla straordinaria operazione di papa Benedetto XVI descritta QUI. Domani, si comincia nel bresciano: a Darfo Boario Terme il 2o, poi a Gardone il 21 e a Paratico il 22. 

Eppure, l’abbacinante, ovvia verità della sede impedita del papa bavarese trova continui ostacoli, spesso, purtroppo, da parte tradizionalista. Mentre i bergogliani fingono di ignorare la vicenda, i presunti conservatori fanno gli gnorri, quando non attaccano esplicitamente l’inchiesta triennale condotta su questa pagina con oltre 700 articoli e 300 podcast QUI .

Eppure, la storia ci sta dando ragione: i Dubia sottoposti da alcuni cardinali a Bergoglio sono stati elusi in modo elementare, con le classiche risposte gesuitiche del nostro biancovestito.

I cardinali hanno poi tentato di riproporre i quesiti con una risposta sì/no, ma ormai la “risposta è stata già data”. Notevole l’operazione-copertura di Tucho Fernandez definita “Una clamorosa mistifcazione” da Riccardo Cascioli su La Nuova Bussola Quotidiana QUI .

La “lezione appresa” è che non si pongono dei Dubia a uno che papa non è: il confronto è asimmetrico e la reazione è prevedibile.

Particolarmente triste la vicenda che ha visto recentemente protagonista il sito di petizioni CitizenGO, presuntamente cattolico. Due giorni fa era stata pubblicata sulla piattaforma una petizione promossa insieme al giudice antimafia Angelo Giorgianni (Organizzazione Mondiale per la Vita) e all’Associazione presieduta da avvocati Arbitrium – pronto soccorso giuridico. Ci si rivolgeva al collegio cardinalizio di nomina pre 2013 affinché riconoscesse la sede impedita di papa Benedetto XVI e procedesse, come prescritto dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, alla convocazione del conclave. QUI

In poche ore, dalla mattina al pomeriggio, la petizione aveva raccolto circa 2700 firme, quando improvvisamente, e senza alcuna spiegazione, è stata cancellata da CitizenGO irritando migliaia di utenti.

I responsabili per l’Italia si sono giustificati dicendo che la petizione “non rispettava i termini d’uso”, ma dato che il documento non era né illegale, né immorale, né privo di riscontri oggettivi, non sono stati in grado di fornire chiarificazioni quali dei termini di servizio, nello specifico, non fossero stati rispettati. Peraltro, da CitizenGO, rispondendo alle richieste, si sono espressi anche in modo irrispettoso verso il promotore, definendolo “capo di una setta” e deridendo don Minutella chiamandolo “Don Nutella”. Molti utenti hanno cancellato la loro iscrizione da CitizenGO, per protesta.

Poco male: la petizione verrà riproposta su un’altra piattaforma, a breve.

Altro tentativo di censura sembra essere provenuto da un parroco bergogliano di uno dei paesi in cui da domani si preannunciano conferenze su Codice Ratzinger.

 

 

Evidentemente, l’art. 21 della Costituzione sembra essere stato dimenticato: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Il nostro invito al parroco è quello di intervenire alla conferenza e porre civilmente dubbi e contestazioni, ai quali daremo risposta.

Eppure, nonostante queste disavventure, dal mondo universitario arrivano nuovi riconoscimenti.

Il prof. Aldo Giannuli, noto storico e politologo, ha definito “Codice Ratzinger” un lavoro scrupolosissimo e fatto bene, anche se è rimasto dubbioso sulla conclusione del piano antiusurpazione di papa Benedetto. Gli abbiamo risposto QUI.

Molto più esplicito l’endorsement QUI del prof. Erik Walters, storico, filologo, teologo, grecista e latinista dell’università John Cabot che ha definito Codice Ratzinger “corretto al 110%”.

"In senso puramente laico, da ricercatore – ha dichiarato il docente – anche a costo di bruciarmi in certi ambienti, dichiaro che Codice Ratzinger spiega la verità più importante degli ultimi 2000 anni. In senso filologico, teologico e giurisprudenziale, non ho trovato neanche un errore nel lavoro e qualsiasi serio accademico potrebbe dire altrettanto”.

Notevole anche il blog Popehead, QUI che negli Stati Uniti sta finalmente dando spazio all’inchiesta, finora censurata da tutti i media cattoconservatori americani. Il sospetto è che dietro ci sia l’influenza di Mons. Viganò, il quale, come del resto anche Mons. Schneider, sta evitando in modo chirurgico di prendere in esame l’unica strada praticabile dal punto di vista canonico per deporre Bergoglio.

Tuttavia, c’è poco da fare. Come diceva S. Agostino: “La verità è come un leone, basta liberarlo e si difende da solo”.

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