Come Ratzinger e Wojtyla prepararono la controrivoluzione dei cattolici
Avete presente il gioco della pentolaccia? Quello in cui c’è un orcio di terracotta carico di ghiottonerie e dei giocatori bendati e armati di mazze devono centrarlo e romperlo.
Ovviamente la gran parte dei fendenti vanno al vento e a volte i giocatori si colpiscono a vicenda…
E’ quello che sta succedendo nella Chiesa, con cardinali, vescovi e intellettuali tradizionalisti che cercano affannosamente soluzioni per deporre Bergoglio, senza mai fare centro e talora contraddicendosi l’un l’altro: chi si attacca alle eresie, chi alle irregolarità nel conclave 2013, chi, come Mons. Viganò, addirittura invoca il “vizio di consenso”. False piste che non portano a nulla, dato che non esiste una giurisprudenza per deporre un papa legittimo (quand’anche eretico o “malintenzionato”) e delle irregolarità in un conclave ritenuto legittimo possono essere sanate dalla “Accettazione pacifica universale” dei cardinali.
L’unico modo utile per espungere Bergoglio è quello previsto da Ratzinger e Wojtyla, i quali, almeno a partire dal 1983, con la nuova edizione del Codice di Diritto Canonico, misero a punto un incredibile, geniale sistema antiusurpazione “a tempo”, per dare modo alla chiesa gnostico-modernista di manifestarsi nella sua reale natura e intenzione, (quella di rovesciare la fede cattolica), prima di essere cancellata per sempre.
Il piano di purificazione della Chiesa - che finora si è realizzato alla perfezione - comprendeva che la Declaratio di papa Benedetto, col tempo, venisse capita nel suo vero senso: non un’abdicazione, come ce l’hanno ammannita, ma una dichiarazione profetica: “Qualcuno di voi mi tradirà”, un annuncio autoavverante di prossima detronizzazione e sede impedita.
Infatti, solo in sede impedita il papa può perdere il ministerium e trattenere il munus. QUI i dettagli.
Oggi, basta che tre veri cardinali di nomina pre 2013 dicano la verità, “Vere papa mortuus est”, convocando il conclave, per far svanire immediatamente l’incubo bergogliano. Forse ancora non lo fanno perché, magari si sentono in colpa, ma è stato lo stesso Benedetto XVI a fare in modo che i cardinali in buona fede lo proteggessero ponendolo in sede impedita, e mantenendolo papa mentre l’antipapa si manifestava anche nella sua particolare credenza spirituale. Quindi, i cardinali ancora cattolici non si devono sentire in colpa, ma nel 2013 furono strumenti - non del tutto consapevoli - di un piano di salvezza della Chiesa.
La chiusura del congegno canonico è prevista nella costituzione apostolica Universi Dominici Gregis (1996): all’art. 3 si dà il dovere-potere ai cardinali di intervenire. Tra gli art. 76 e 77 si stabilisce che se la rinuncia del papa non è avvenuta a norma del can. 332.2, l’elezione che ne consegue è nulla e invalida e l’eletto non ha alcun diritto.
Siccome il can. 332.2 imponeva la rinuncia di Benedetto al munus petrino, che non c’è mai stata, Bergoglio non è mai stato papa, bensì un antipapa.
Ora, qui le obiezioni fioccano: ma chi siete voi per decidere una cosa simile, in assenza di un pronunciamento ecclesiastico?
Il genio di Ratzinger-Wojtyla ha previsto tutto.
Sapevano che l’usurpatore del trono di Pietro avrebbe allo stesso tempo impedito e tenuto confinato il vero papa. Tuttavia, questi, fedele alle orme del Salvatore, certo non avrebbe protestato, ma piuttosto si sarebbe fatto “mettere in croce” come Cristo. Del resto, Benedetto XVI non avrebbe potuto protestare nemmeno per un motivo fattuale, dato che era in sede impedita, cioè nelle mani del suo impeditore. Quindi, i due ultimi veri papi sapevano che, in un caso di usurpazione del genere, difficilmente sarebbe provenuto dalle gerarchie ecclesiastiche un pronunciamento in merito per denunciare l’antipapa. Sarebbe stato come pretendere che gli stessi giuristi di Gheddafi avessero denunciato il colonnello Muhammar per aver preso illegalmente il potere.
E così Ratzinger-Wojtyla hanno dato il potere al popolo cattolico stesso di riconoscere l’antipapa e dichiararlo tale. Come? Inserendo la clausola che vedete in maiuscolo nell’art. 76 della U.D.G.: “Se l'elezione fosse avvenuta altrimenti da come è prescritto nella presente Costituzione o non fossero state osservate le condizioni qui stabilite, l'elezione è per ciò stesso nulla e invalida, SENZA CHE INTERVENGA ALCUNA DICHIARAZIONE IN PROPOSITO e, quindi, essa non conferisce alcun diritto alla persona eletta.
Come leggete, non c’è bisogno di alcuna dichiarazione ecclesiastica per dichiarare che Bergoglio non è il papa: basta controllare il canone 332.2 e la Declaratio di Benedetto. Il primo chiede una rinuncia al munus petrino, la seconda riporta invece una rinuncia al ministerium.
Fine della discussione. Bergoglio non è il papa e lo può dire chiunque a gran voce.
E ancora, per quanto riguarda la messa in comunione con il papa, l’enciclica Ecclesia de Eucharistia (2003) sancisce, all’art. 39: "La comunione ecclesiale dell'assemblea eucaristica è comunione col proprio Vescovo e col Romano Pontefice. […] la comunione con lui (il Pontefice) è un'esigenza intrinseca della celebrazione del Sacrificio eucaristico. […] : «Ogni valida celebrazione dell'Eucaristia esprime questa universale comunione con Pietro e con l'intera Chiesa... ».
Quindi, così come avvenne nel 1790 con la Costituzione civile del clero, quando i cattolici francesi rifiutarono i sacramenti dal clero che aveva giurato alla Rivoluzione, per accettarli solo dal clero “refrattario” fedele al papa di Roma, anche in questo caso Ratzinger-Wojtyla hanno preparato la controrivoluzione del popolo cattolico. Hanno dato ai credenti il potere di disconoscere l’antipapa e di coagularsi intorno al nuovo “clero refrattario” che prima del 2023 celebrava i sacramenti in unione con papa Benedetto e oggi li celebra in sede vacante, col la formula “In unione con la Chiesa”.
Oggi il clero refrattario è costituito, visibilmente, soprattutto dal Sodalizio Sacerdotale Mariano di don Minutella, che alla Fiera di Bologna, oggi alle 14.00 raccoglierà migliaia di fedeli.
Naturalmente, la notizia è stata del tutto oscurata sui media mainstream, forse per input di qualche influente personaggio che risiede a Bologna.
Ma tutto sta precipitando molto velocemente.