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Bergoglio in Mongolia: ancora Nonna Occidentale, Grande Madre e serpenti

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Torna ancora la Nonna occidentale, questa volta dalla sua terra d’origine, la Mongolia. Vi ricordate quando Bergoglio, in Canada, partecipò a un rituale in cui uno sciamano invocava il cerchio degli spiriti insieme alla “nonna Occidentale”? Scoprimmo che era la cosiddetta Nonna Ragno, la madre-terra degli inuit che, nella mitologia Navajo, è solita lanciare la sua ragnatela sui bambini per poi divorarli. QUI 


La partecipazione di Francesco a un simile rituale destò scalpore QUI  dato che l’evocazione di spiriti, per la fede cattolica, è negromanzia pura, un peccato di inaudita gravità, corrispondente all’evocazione di demoni.

Oggi molti si chiederanno come mai il presunto “papa Francesco”, abbia compiuto questo viaggio nella lontana Mongolia.

Innanzitutto, poniamo attenzione al suo eloquente saluto alle Autorità locali con i riferimenti alla fratellanza universale massonica e a indistinte divinità sincretiste: "Passino le nuvole oscure della guerra, vengano spazzate via dalla volontà ferma di una FRATERNITA' UNIVERSALE in cui le tensioni siano risolte sulla base dell'incontro e del dialogo, e a tutti vengano garantiti i diritti fondamentali. Qui, nel vostro Paese ricco di storia e di cielo, imploriamo questo dono dall'ALTO e diamoci da fare insieme per costruire un avvenire di pace". E ancora: "Le religioni, quando si rifanno al loro ORIGINALE PATRIMONIO SPIRITUALE e non sono corrotte da devianze settarie, sono a tutti gli effetti sostegni affidabili nella costruzione di società sane e prospere, dove i credenti si spendono affinché la convivenza civile e la progettualità politica siano sempre più al servizio del bene comune".

Ma qualche ghiotto spunto di riflessione ce lo offre una particolarissima statua che lo stesso Francesco “benedirà” nei prossimi giorni.

Si tratta di una statua della Madonna che venne profanata in quanto fu trovata, 18 anni fa, in una discarica, tra la spazzatura, da una donna locale, sembra prima dell’arrivo dei missionari salesiani. Successivamente, l’anziana offrì la statuetta alla comunità religiosa locale.

Così, lo pseudo-neo-cardinale Giorgio Marengo, ha portato a conoscenza di questa statua Bergoglio che l’ha ribattezzata – guarda caso - col nome di “MADRE CELESTE”.

Un sacerdote ci conferma che questo attributo mariano è poco usato, anzi, era addirittura sconsigliato in seminario per le sue ambigue attinenze sincretiste. E’ infatti già utilizzato dai Mormoni e dalla Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni.

Curiosa coincidenza, Madre Celeste è anche il nome della dea cinese XIWANGMU, anche nota col nome di Doumu o Tianmu, l’antica Grande madre cinese.

Leggiamo QUI  : “Con i suoi poteri di creazione e distruzione, Xiwangmu ordina vita e morte, malattie e guarigione e determina l’arco di vita di tutte le creature viventi. E’ assistita da una moltitudine di spiriti ed esseri trascendentali. E’ Lei che decide la morte e la realtà dopo la morte, conferendo realizzazione e immortalità ai ricercatori spirituali. Ma Wangmu non era un titolo per donne regali. Vuol dire NONNA, come si trova nei Yi Ching”.

Quindi la dea è la Nonna dell’Occidente. E ancora QUI   : “Xiwangmu, la Regina-Madre d'Occidente, è sempre stata associata ai territori occidentali. Era una dea della fecondità, con un'intensa attività sessuale. Era la guardiana dei frutti dell'immortalità. Regnava anche sui destini umani e sull'occidente, che era considerata la terra dei morti, e POTEVA SCATENARE EPIDEMIE. La si può paragonare alla dea tedesca Frija o alla scandinava Freyja. Tutte erano probabilmente personificazioni della Terra. Sembra anche che sia stata una forma di Nüwa, altra dea della fecondità, che corrispondeva alla dea "Sole della Terra" degli Ittiti. Entrambe avevano dei legami con i serpenti; Xiwangmu, come Nüwa, aveva una relazione con gli strumenti musicali a fiato”.

Non stupisce affatto che la Madre Celeste cinese sia la stessa Nonna occidentale dei nativi americani, (guarda caso evocata dallo sciamano canadese con un fischietto in osso di tacchino) perché questi ultimi migrarono proprio dalla Mongolia nelle Americhe circa 20.000 anni fa, passando per lo stretto di Bering.

Come tipico per le grandi madri preistoriche, Xiwangmu, oltre ad avere attributi erotici, era anche uno spauracchio con i denti di tigre, la coda di pantera e poteva emettere suoni terribili.

 


Ci troviamo dunque di fronte all’ennesima pseudo-Madonna bergogliana: nient’altro che una Grande madre arcaica, divinità che nulla ha a che vedere con la Vergine Maria cattolica, la quale, non a caso, schiaccia la testa al serpente e non ha alcuna familiarità con i rettili.

Anche nel caso della statuetta mongola, un simulacro originariamente cristiano è stato ribattezzato col nome di una antica Grande Madre.

Si ricordi l’icona Salus Publica Populi Romani, conservata in S. Maria Maggiore, a Roma, di cui Bergoglio è devotissimo, ribattezzata dai Gesuiti nell’800 col nome dell’antica dea della salute romana, la quale, non a caso, dava da mangiare al serpente.

 

E a proposito di serpenti, oltre ad averli visti recentemente sui paramenti della Giornata Mondiale della Gioventù,

,  un serpentello si può riconoscere anche nelle volute di fumo che si levano dalla “ger”, la tenda mobile mongola che figura al centro del logo dello pseudo viaggio apostolico.

Per chi vuole sapere come e perché Benedetto XVI non ha mai abdicato, rendendo Bergoglio antipapa, ecco le prossime conferenze sulla nostra inchiesta "Codice Ratzinger". 

 

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