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A Monsignor Fisichella, collaboratore di Ratzinger, su dimissioni di Benedetto XVI

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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          Eccellenza reverendissima,

Lei, dal 2022, pro prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione, responsabile della Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo, è considerato, a ragione, uno dei teologi più autorevoli e affermati a livello mondiale. Per decenni è stato uno dei più vicini e fedeli collaboratori del card. Ratzinger. Nel Suo prezioso volume appena uscito, "Ciò di cui il mondo ha bisogno", (Mondadori) passa in rassegna i punti fondamentali del magistero di Benedetto XVI.

Il collega Francesco Antonio Grana de Il Fatto Quotidiano cita in un articolo uno stralcio dal Suo libro: “La rinuncia (di Benedetto XVI, n.d.r.) non la capii al momento e mi rimane tutt’oggi ancora oscura. Certo, teoricamente si sa che il Papa può rinunciare, ma sperimentare effettivamente la rinuncia mi creava una condizione di confusione”. […] “Mai avrei pensato che il Papa potesse dimettersi; eppure, ero spettatore di un evento di portata storica. Non si sa cosa accadrà con i successori. Certamente con quel gesto si dava avvio a qualcosa che la Chiesa nel futuro avrebbe dovuto considerare molto più attentamente per le conseguenze che ne derivavano”.

Ora, in tutta umiltà, per un ovvio dovere morale e deontologico, devo sottoporLe i risultati di tre anni di inchiesta condotta insieme a un pool di specialisti specificatamente sul tema delle dimissioni di papa Benedetto. L’inchiesta è nota in tutto il mondo, il libro “Codice Ratzinger”, (Byoblu 2022) per quanto "evitato" dal mainstream, è stato il secondo più venduto per Mondadori e Rizzoli, ha venduto 18.000 copie, è stato tradotto in quattro lingue e, da settembre, ho avuto il piacere di presentarlo in 36 conferenze in altrettante città italiane, dietro spontaneo invito dei fedeli. (Un unicum nella storia dell’editoria). 

Il succo della questione, illustrata nel report che troverà di seguito, è che papa Benedetto non si è mai dimesso nel senso di aver abdicato, come ci è stato fatto credere per otto anni.

Infatti, i misteri della Declaratio, che molto filo da torcere hanno dato ai canonisti, e rendevano incomprensibile questo atto, erano tre:

1) perché Benedetto non ha dichiarato di rinunciare al munus (essere papa), come richiesto escplicitamente dal can. 332.2, ma al ministerium (fare il papa)? Non c’è alcuna sinonimia fra essi, come dimostrato QUI  .

2) Perché Benedetto ha differito di 17 giorni l’entrata in vigore di questa rinuncia al ministerium? Un’abdicazione papale, per diritto divino, non può che essere simultanea, come atto giuridicamente puro QUI   .

3) Come avrebbe mai potuto Benedetto rinunciare al ministerium trattenendo il munus, dato che, come ricordato recentemente dal card. Mueller, essi sono inscindibili?

Questi misteri si risolvono more geometrico considerando la Declaratio (non Renuntiatio) come l’annuncio di una detronizzazione subìta e di una prossima collocazione in SEDE TOTALMENTE IMPEDITA, unico status canonico dove – non a caso - il papa trattiene il munus, l’essere papa, ma perde forzatamente il ministerium, la possibilità di fare il papa in quanto prigioniero, confinato, esiliato. 

Infatti, la lettura “romana” dell’hora vigesima riportata nella Declaratio, ci conduce, per il tradizionale orario pontificio, a considerare la prima ora in cui Benedetto avrebbe sicuramente perso il ministerium, come le 13.00 del 1° marzo 2013, quando, da appena mezzora, era stato convocato il conclave illegittimo (indetto a papa non abdicatario) che avrebbe posto Ratzinger in sede impedita, rendendo possibili e fattuali le dimissioni dal ministerium.

Per questo, Benedetto XVI l’11 febbraio non ha detto “rinuncio” (adesso), ma ha differito nel futuro una rinuncia al ministerium che poteva solo essergli imposta per sede impedita. Lui sapeva che i cardinali, sia fedeli che infedeli, inconsapevolmente, avrebbero travisato la Declaratio scritta apposta in modo sottile, ma assolutamente veritiero.

Questo era il modo ideale per difendere la Chiesa consentendo per un certo tempo a quelle forze anticattoliche da tempo nascoste nella Chiesa di cui parlava Mons. Antonio Livi, QUI di manifestarsi compiutamente in vista di una purificazione finale.

Non si trattò quindi di abdicazione, ma dell’annuncio autoavverante di una detronizzazione subìta e cristicamente accettata col sacrificio di sé da papa Benedetto, per motivi spirituali, teologici e, soprattutto escatologici.

Quell’atto di “dimissioni”, nella sua suprema mitezza è, in effetti, un formidabile piano di difesa della Chiesa: con l’esilio in sede impedita, Benedetto XVI ha reso Bergoglio non canonicamente eletto e quindi antipapa fin dal 2013. Lei sa bene quanti fossero i nemici di Ratzinger e come volessero toglierlo di mezzo in tutti i modi, prima che alcuni cardinali del "partito" cardinalizio antagonista detto “Mafia di San Gallo” perdessero il diritto di voto in conclave per raggiunti limiti di età.

Questa realtà cospirativa ai danni del Papa è supportata dalle dichiarazioni di quattro prelati, gli arcivescovi Negri e Viganò, di due vescovi Lenga e Gracida, QUI  e dallo stesso cardinale Danneels (membro della “Mafia di San Gallo”) che nella sua biografia autorizzata QUI  esplicitava come tale gruppo sponsorizzasse esattamente il card. Bergoglio.

La seconda mossa del disegno di papa Ratzinger era quella di far capire lentamente al popolo cattolico la situazione canonica, con tutta una serie di dichiarazioni sottili, destinate a chi avesse “orecchie per intendere”, (che per facilità abbiamo definito “Codice Ratzinger”). Esempio: “Sono il primo papa a essersi dimesso dopo mille anni”: dato che l’ultimo abdicatario fu Gregorio XII nel 1415, la dichiarazione ci fa capire in modo inequivocabile come per papa Ratzinger la parola “dimissioni” non significasse “abdicazione”.  QUI 

Negli ultimi mesi di vita, il povero Santo Padre ha addirittura “urlato” questa sua situazione, rimandando gli increduli a cercare la risposta nel libro di Geremia, dove si tratta di un profeta prigioniero e dove si legge “IO SONO IMPEDITO”.  QUI 

In questo modo, egli ha dato seguito a quella necessità di “separare i credenti dai non credenti” di cui parlò all’Herder Korrespondenz nel 2021.

Terza mossa: l’applicazione della Universi Dominici Gregis che purificherà la Chiesa.

Recita infatti l’art. 3 della UDG: “Inoltre stabilisco che il Collegio Cardinalizio non possa in alcun modo disporre circa i diritti della Sede Apostolica e della Chiesa Romana, ed ancor meno lasciar cadere, direttamente o indirettamente, alcunché di essi, sia pure al fine di comporre dissidi o di perseguire azioni perpetrate contro i medesimi diritti dopo la morte o la valida rinuncia del Pontefice.  Sia cura di tutti i Cardinali tutelare questi diritti”.

E quali mai potrebbero essere i diritti lesi della Sede Apostolica? Solo un impedimento del papa e un’usurpazione della sede. Peraltro nella UDG (art 76,77) si fa esplicito riferimento al can. 332.2, proprio quello che impone la rinuncia al munus .

Se questo non accadrà, il prossimo conclave comprenderà i cardinali invalidi di nomina antipapale i quali eleggeranno un altro antipapa, privo del munus, e la Chiesa canonica visibile sarà FINITA. QUI 

Mi rendo conto che il panorama sia sconvolgente, ma ormai mi passi la battuta, siamo passati dal Segreto di Fatima, al segreto di Pulcinella: tantissimi sanno in Vaticano e fingono di non sapere, per paura.

Antipapa Francesco cerca disperatamente una (vana) legittimazione mediatica, ma canonicamente ha rinunciato anche lui a risolvere quelle che lui stesso ha definito, in un vero passo falso, “dimissioni poco chiare di papa Benedetto”.

Tanti veri cattolici, provatissimi dalla distruzione della Chiesa in corso, attendono speranzosi che venga azionata la “bomba di luce” del Santo Padre Benedetto XVI.

Di seguito un report completo, co-firmato dall’ex-Sottosegretario alla Giustizia del Governo italiano, il giudice antimafia dott. Angelo Giorgianni, dal filosofo e opinionista di fama internazionale Diego Fusaro,  dai professori Gian Matteo Corrias, (latinista) e Luca Brunoni, (storico delle religioni).

Per brevità, Le suggerisco la visione dei due brevi documentari citati di seguito.

Grazie per l’attenzione, sperando di averLe fornito informazioni utili, invitandola alla presentazione romana del 27, La saluto rispettosamente,

Andrea Cionci

REPORT COMPLETO

"COME PAPA BENEDETTO XVI HA SALVATO LA CHIESA CON LA SEDE IMPEDITA"

 “Dies Irae”: in questo (17 minuti) si illustra la perfezione della dinamica canonica con cui papa Benedetto si è fatto porre in “sede totalmente impedita” per poter rimanere il vero papa e scismare così, fin dall’inizio, il cardinale Bergoglio.

https://www.youtube.com/watch?v=oxaW6Yd5oDM&t=243s

“Intelligenti pauca”: nel secondo documentario, (16 minuti), si mostra come papa Benedetto, nell’arco di nove anni di impedimento, ci abbia fatto comprendere la situazione canonica con una serie di inequivocabili messaggi.

https://www.youtube.com/watch?v=_4qEahnOJLU

Riporto, inoltre alcuni indispensabili articoli di approfondimento delle questioni sollevate nei documentari:

“Lettera ai cattoconservatori: come il latino di papa Ratzinger ha sistemato Bergoglio”: qui si illustra come, grazie alla lingua latina, papa Benedetto abbia potuto applicare il suo sistema antiusurpazione.

https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/34999968/ai-cattoconservatori-come-il-latino-di-papa-ratzinger-ha-sistemato-bergoglio.html

“Benedetto XVI e i “1000 anni”: risolto l'enigma finale sulle dimissioni di Ratzinger”: lo straordinario messaggio con cui papa Benedetto ci spiega che non ha mai abdicato, riferendosi al papa Benedetto VIII che, nel 1013, esattamente 1000 anni prima, dichiarò qualcosa di molto simile.  

https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/34652850/benedetto-xvi-mille-anni-enigma-finale-dimissioni-ratzinger.html

“Insonnia? Con l“hora vigesima” romana Benedetto XVI segna la sede impedita”: articolo fondamentale che spiega come l’utilizzo dell’orario romano nella Declaratio conduca l’ora di entrata in vigore della rinuncia al ministerium alle 13.00 del 1° marzo.

https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/34681532/insonnia-con-l-hora-vigesima-romana-benedetto-xvi-segna-la-sede-impedita.html

“L'”Anello di Ratzinger”: il perfetto modello antiusurpazione di Benedetto XVI”: riassunto del sistema canonico “circolare” applicato da papa Benedetto.

https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/34710008/l-anello-canonico-di-ratzinger-il-perfetto-modello-antiusurpazione-di-benedetto-xvi.html

La conclusione della vicenda canonica ricostruita venne affidata da papa Giovanni Paolo II/card. Ratzinger alla Universi Dominici Gregis. In questo servizio, gli articoli-chiave della U.D.G.:

"Sede impedita di Benedetto XVI: cosa fare? Tutto già risolto da Giovanni Paolo II" https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/35251800/sede-impedita-di-benedetto-xvi-cosa-fare-tutto-gia-risolto-da-giovanni-paolo-ii.html  

Dott. Andrea Cionci, Dott. Angelo Giorgianni, Prof. Diego Fusaro, Prof. Gianmatteo Corrias, Prof. Luca Brunoni

  

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